Famiglia

La carica dei sindaci sceriffo

A cura della redazione di Vita. Sintesi di Franco Bomprezzi

di Redazione

I nuovi poteri ai sindaci, la “sicurezza creativa” promossa e auspicata dal ministro dell’Interno Roberto Maroni, le statistiche sulle morti bianche e la liberazione dei due italiani in Somalia sono i temi più interessanti sui quotidiani di oggi.

La Repubblica apre con “Statali, aumenti in vista. Arrivano i sindaci-sceriffo”. E già dalla prima, opportunamente, connette questa notizia con la ricerca del Censis: “Lo scandalo morti bianche sono più degli omicidi”.
“Città più sicure con i super poteri ai sindaci” è il titolo di pagina 9, un pezzo in cui Alberto Custodero spiega le novità introdotte dal governo e concordate con l’Anci: ordinanze anche creative per “prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana”. Maroni ha annunciato 100 milioni di euro nella Finanziaria 2009 destinati ai comuni. Ovviamente grandi aspettative cui risponde, nell’intervista a fianco, Flavio Zanonato, sindaco pd di Padova: “il rischio è che la gente pensi che da oggi ci sarà il sindaco ‘mago Zurlì’ in grado di risolvere con una bacchetta magica problemi che hanno una radice sociale molto complicata… La prevenzione passa anche dall’educazione nelle scuole, dall’inclusione sociale, e anche, ma non solo, dalla repressione. Non bisogna far passare il messaggio che tutto si risolva con l’ultimo anelllo della catena, la repressione”.
A pagina 14 il pezzo sul rapporto Censis: “In Italia le morti bianche sono più degli omicidi”: le vittime sul lavoro sono il due volte quelle in Francia e il 30% in più rispetto a Germania e Spagna. Commenta Giuseppe De Rita: “Gran parte dell’impegno politico degli ultimi mesi è stato assorbito dall’obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini rispetto al rischio di subire crimini violenti… Ma i dati mostrano una sfasatura tra pericoli reali e interventi concreti per fronteggiarli”. Maglia nera anche per i decessi sulle strade (nel 2006 5669 morti, più che in Francia e Germania). Viceversa gli omicidi continuano a diminuire per fortuna (in undici anni il calo è stato del 36,4%).
Su questi dati, un commento di Gad Lerner (che sul fronte automobilistico rileva che altrove le morti sono diminuite e quindi non è fatalità…).

Anche la Stampa riprende i dati del Censis sui morti sul lavoro. Lo fa a pag. 19 sotto il titolo “I morti sul lavoro più degli omicidi”. I dati sono del 2007. Le vittime dei cantieri sono state 1170, il numero più elevato in europa anche escludendo i morti sul tragitto verso il luogo di lavoro. Gli assassinati invece solo 663 (nel 1995 erano stati 1042).
Il Sole 24 Ore a p.12: “Poteri più «rapidi» per i sindaci”, con le parole di Maroni che si aspetta «creatività» dalle ordinanze specifiche. Apprezza l’Anci, per cui tutti, o quasi, gli emendamenti presentati sono stati accolti. Potranno agire per prevenire e contrastare “i problemi quotidiani sulla sicurezza: prostituzione, accattonaggio, occupazione abusiva di abitazioni, danneggiamento del patrimonio pubblico e privato, commercio abusiva, ciò che offende la pubblica decenza, spaccio di stupefacenti e fenomeni di violenza dovuti all’alcool”. Da settembre 100 milioni per le suddette attività. Felici i sindaci di centrodestra, Massimo Cacciari e Sergio Chiamparino dicono che non c’è niente di nuovo e chiedono i soldi. Intanto il Comune di Roma ha deciso che i vigili urbani potranno girare armati soltanto per difesa personale e se vorranno.

Una scelta, dice il Sole 24 Ore, “ coerente con la decisione del sindaco Gianni Alemanno di non schierare nel centro storico i militari”. Critici i sindacati, per cui l’uso per sola difesa personale anche di altri strumenti, come lo sfollagente, rende difficile il compito della polizia municipale, specialmente in situazioni difficili, come i tafferugli davanti allo stadio.

«Il decreto firmato ieri dal ministro Maroni concede ai sindaci superpoteri a tutela dell’incolumità pubblica e per la sicurezza. Una delle materie dove si interverrà con maggior vigore è la prostituzione in strada e molti sul modello di Verona avevano già deciso di imporre multe fino a 500 euro e il foglio di via»: così il Corriere della Sera riassume in prima pagina la normativa voluta dal ministro dell’Interno. Il faccia a faccia a pagina 6 è fra Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona (che alla richiesta di «iniziative creative» di Maroni rimane abbottonato: «Sto pensando ad ordinanze a tutto campo, anticipo solo che ci saranno provvedimenti per rendere marginale il fenomeno delle prostituzione, dato che eliminarlo è impossibile») e il rifondarolo Roberto Pucci, primo cittadino a Massa (che annuncia: «stop a graffitari e abusivi, userò tutti i poteri previsti»).

L’arrivo dei sindaci sceriffo offre l’apertura al numero de la Stampa di oggi. I servizi vanno da pagina 4 a pagina 7. Anche il quotidiano di Torino sceglie lo schema della doppia intervista. Per il centrosinistra il sindaco di casa Sergio Chiamparino. Per il centrodestra il sottosegretario leghista Roberto Castelli. Dice il primo: «Prima di pensare a ordinanze particolari, le faremo valutare dal nostro ufficio legale. Abbiamo allo studio un’idea su alcuni locali notturni della città, non soltanto contro i fracassoni, ma anche contro lo spaccio. Se possibile certi locali vanno chiusi. Poi ci sono i posteggiatori abusivi. Il decreto dunque va bene, ma adesso è importante che ci diano le risorse».
Parola a Roberto Castelli, che picchia duro contro il centralismo: «Finisce il potere di vita e di morte delle prefetture. In ogni caso le riforme di Maroni sono la fotocopia di una realtà già operante nel Paese. Questa è un’Italia migliore di quella degli anni 90».

“Superpoteri ai sindaci” è  il titolo d’apertura della prima pagina de il Giornale. Dalle case abusive alle prostitute: tutte le armi per far diventare più sicure le città è il sommario dei pezzi  che si leggono alle pagg. 2 e 3. Intervista a Letizia Moratti, in prima pagina e a pag. 2. Giannino della Frattina chiede qual è l’elemento di novità del decreto: «Il governo mette a disposizione  delle città un fondo aggiuntivo di 100milioni, per il 2009, ma rinnovabili. A Milano  li potremmo usare per investire in tecnologie e risorse umane». Sempre a pag. 2 il caso della riviera romagnola, dove il questore Antonio Pezzano espelle – con un foglio di via valevole per tre anni – le lucciole perché “pericolose per la società”.  Commento di Paolo Guzzanti: “il federalismo della sicurezza”.

Avvenire titola: “I sindaci quasi prefetti. Maroni amplia i poteri”. I primi cittadini agiranno come ufficiali del governo. Avvenire fa notare che le soluzioni «creative» molti sindaci le hanno già prese prima dell’intervento del ministro e ne elenca una parte, dal muro antispaccio padovano al provvedimento antilavavetri fiorentino. Assicurato anche un nuovo decreto flussi per 170mila accessi, che potrebbe anche consistere in un ripescaccio delle domande rimaste inevase nel 2007 perché “fuori quota”. Ma nessuna sanatoria generalizzata per gli immigrati. Maroni ha chiesto ai sindaci anche di trovare dei posti straordinari d’accoglienza nel sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati. E Fabio Sturani, vicepresidente dell’Anci, ha garantito che un centinaio di Comuni aderirà all’iniziativa.

Nessun richiamo in prima, ma solo un articolo di taglio basso nella pagina dedicata da il manifesto alla sicurezza (pag. 7) per parlare dei nuovi poteri ai sindaci previsti dal decreto del ministro Maroni. Nell’articolo di Carlo Lania si sottolinea come il decreto attuativo consentirà ai sindaci di poter intervenire nel contrasto di fenomeni come prostituzione, spaccio e consumo di stupefacenti, abusivismo e accattonaggio con la certezza di non vedere più le proprie ordinanze bloccate dalla magistratura come avvenuto in passato. Quindi mani più libere per i sindaci e Maroni al termine della Conferenza Stato-Città ha detto: «Adesso mi aspetto di vedere provvedimenti creativi in tema di sicurezza». Gli effetti del nuovo provvedimento non tarderanno a farsi vedere, ricorda Lania, citando il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato che parla delle multe ai clienti delle prostitute: «Abbiamo allo studio la possibilità di portarle al massimo. Questo significa passarle dagli attuali 167 euro ai 500 permessi dal provvedimento Maroni». Nel mirino anche chi non raccoglie dal marciapiede i bisogni del proprio cane, o gli accattoni che verranno identificati ed espulsi se, come spiega De Corato, «non hanno un recapito e i mezzi per sostenersi». “Non tutti però, sono soddisfatti dai nuovi poteri attribuiti dal decreto. «Sono  cose che già si sapevano e le azioni previste potevano essere già fatte», dice per esempio Massimo Cacciari, primo cittadino di Venezia per il quale «se non ci danno uomini e mezzi andremo avanti, come fatto fino a oggi, tra sussurri e grida».

E inoltre sui quotidiani di oggi:
 

 la Repubblica – Due pagine dedicate alla liberazione dei cooperanti rapiti in Somalia due mesi fa. Lavorano per la ong Cins. Oltre al racconto della liberazione, due interviste ai figli di Giuliano Paganini e Iolanda Occhipinti. Ovviamente sono felici e ricordano i 75 giorni di prigionia come un periodo terribile. Fiduciosi, si sono affidati alla strategia della Farnesina (sul silenzio stampa, in particolare).

Avvenire –   Il quotidiano della Cei apre con la notizia dei cooperanti liberati. Si parla delle voci sul pagamento di un riscatto di 700mila dollari, contro la richiesta di un milione. Ma la Farnesina ha smentito. Per il ministero le difficoltà ambientali dovute alla crisi somala hanno dilatato i tempi dei negoziati. Ma hanno pesato anche le intromissioni continue di nuovi «attori», non specificando di chi si tratti. È stato confermato che i negoziati sono stati portati avanti sempre dal Cins. Sotto le interviste alle famiglie e un box sul silenzio stampa lungo 75 giorni “che alla fine ha premiato”.

Corriere della Sera
– pag14. In una breve segnala l’accusa del governo ruandese di Kigali nei confronti della Francia per il genocidio di 800mila tutsi. Secondo il rapporto della commissione d’inchiesta «Parigi era al corrente dei preparativi dello sterminio», ma ha anche «partecipato alle principali iniziative» e «all’esecuzione del genocidio».

il Giornale – pag. 13: I bidelli del Nord: «Dal Sud ci rubano i posti». Il ministero dell’istruzione chiede ai provveditorati agli studi di verificare la posizione dei riservisti e sono state accertate migliaia di posizioni irregolari. Il meccanismo: falsi certificati di invalidità. L’articolo, però,  non dice quanti sono i furbetti. Nel pezzo Augusto Pozzoli entra nelle regole delle assunzioni dei riservisti, cioè di coloro che appartengono a categorie protette (esempio gli invalidi) e quindi è riservata loro una percentuale di assunzioni all’interno di una realtà produttiva. Nelle scuole il 15% dei posti da dipendente deve essere messo a disposizione delle categorie protette. «La quota di invalidi veri e propri – spiegano al ministero della pubblica istruzione – è di 2 su 15 riservisti fra i docenti, 6 su 40 fra i bidelli. complessivamente dovrebbero essere non più di 25mila». 

Il manifesto/1 – La copertina è dedicata ai tagli di Tremonti con il titolo “Al taglio” illustrato dal personaggio di Nightmare, noto film dell’orrore. “L’assegno sociale senza gli immigrati e la norma anti-precari, le università trasformate in fondazioni e le liberalizzazioni dei servizi pubblici, le impronte per tutti e la Robin tax. Tutto in una legge approvata dal Parlamento. Con i tagli all’editoria che uccidono il manifesto, alla cooperazione e ai ministeri. E l’aumento dei fondi per le missioni militari”.

Il manifesto/2 – In prima inizia anche un commento di Alberto Asor Rosa, dal titolo “Più del fascismo” che vuol essere un’analisi del terzo governo Belusconi «che rappresenta senza ombra di dubbio il punto più basso nella storia dell’Italia dall’unità in poi. Più del fascismo? Inclino a pensarlo. Il fascismo, con tutta la sua negatività, costituì il tentativo di sostituire a un sistema in aperta crisi, quello liberale, un sistema completamente diverso, quello totalitario. (…) Berlusconi invece non è che il prodotto finale e consequenziale di una lunga decadenza, quella del sistema liberaldemocratico, cui nessuno per trent’anni ha saputo offrire uno sbocco politico-istituzionale in positivi: è il figlio naturale del craxismo; è il figlio naturale dell’affarismo democristiano ultima stagione (ben altri titoli d’onore si possono inscrivere nel blasone storico della Dc)….”.


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