Sostenibilità

La carbon tax fa fumo

Ma il Wwf è critico, e al ministro dei Verdi dice: «Vogliamo fatti, non buone intenzioni. Basta con le politiche vaghe, tutto il mondo ride di noi»

di Gabriella Meroni

Anche l?Italia potrebbe avere il suo Mitch. Forse non tra poco, ma da qui a qualche decina d?anni anche noi rischiamo danni pesantissimi dai sempre più gravi sconvolgimenti climatici. A meno che, ovviamente, non si faccia qualcosa. Subito però: altrimenti rischiamo di essere sommersi dal mare, inondati dai ghiacciai che si sciolgono, spazzati via da trombe d?aria e alluvioni. E non l?ha detto Nostradamus, ma il ministro Ronchi, che proprio con questi dati sotto il braccio è volato a Buenos Aires alla conferenza sul clima mondiale. Ecco quanto è emerso: se si continuerà di questo passo, il Nord sarà periodicamente flagellato da enormi precipitazioni e alluvioni; il Sud al contrario corre il rischio di essere penalizzato dalla siccità, che porterebbe alla desertificazione di vaste aree, anche per colpa degli incendi boschivi. Non basta: il mar Mediterraneo – che già ha dimostrato, dal 1950 ad oggi, di ?scaldarsi? più velocemente del resto del pianeta – innalzerebbe il proprio livello di una trentina di centimetri, allagando entro il prossimo secolo la pianura Padana, 250 chilometri quadrati di coste del Centro e addirittura l?11% dell?intero territorio del Meridione. Per evitare che lo Stivale faccia la fine di Atlantide il nostro governo, e in particolare il ministero dell?Ambiente, ha alcune idee. Prima fra tutte, l?attuazione del protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni di gas nocivi, i responsabili del famigerato ?effetto serra?. A questo scopo sono già stati stanziati 93 miliardi per il biennio ?98-?99, di cui la tranche più consistente (quasi 60 miliardi) andrà in misure per favorire la mobilità del traffico; poi verranno promosse le fonti di energia rinnovabile (6,8 miliardi di investimento), il risparmio energetico (8,6 miliardi), il controllo delle emissioni (5 miliardi), l?innovazione tecnologica (1,2 miliardi). Ma cifre più consistenti sono dietro l?angolo: il Cipe (l?organismo di programazione economica del governo) dovrebbe approvare nelle prossime settimane un investimento di ben 100 mila miliardi in 14 anni per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica tramite la riduzione dei consumi e il risparmio energetico. L?obiettivo è quello di arrivare a una diminuzione delle emissioni pari a circa 100 milioni di tonnellate entro il 2010. «Abbiamo bisogno di un Fondo nazionale per la protezione del clima» ha dichiarato il sottosegretario all?Ambiente, Valerio Calzolaio. «La cui dotazione potrebbe essere di 1000 miliardi l?anno, forse a partire da questa Finanziaria». Anche la carbon tax, fiore all?occhiello della eco-politica governativa, potrà offrire un contributo allo sviluppo sostenibile: il gettito di questa imposta (stimato in circa 10 mila miliardi per i prossimi 6 anni) andrà infatti a finanziare iniziative volte sempre alla riduzione delle emissioni nocive. Tutto risolto, dunque? Neanche per idea, almeno a sentire il Wwf. Aldo Iacomelli, uno dei responsabili dell?associazione, non si è perso una battuta delle dichiarazioni di Edo Ronchi. E ne dà un giudizio a dir poco tagliente. «Il pacchetto Kyoto? Tutto fumo e niente arrosto» ci dice da Buenos Aires, dove sta seguendo la conferenza sul clima. «Centomila miliardi sono una cifra buona per riempirsi la bocca, ma poi se si va a vedere la bozza di delibera non si sa come, dove e perché verranno spesi tutti questi soldi. Una misura ambientale seria deve essere molto precisa e cirostanziata, se no è una pura intenzione. Di politiche ambientali vaghe e fumose ne abbiamo avute fin troppe, adesso è ora di fare sul serio. Qui a Buenos Aires ci sono politici che l?hanno capito, i nostri no». E la carbon tax? Iacomelli ha le idee chiare anche su questo punto. «La nostra tanto strombazzata carbon tax fa morire dal ridere» attacca. «Perché invece di tassare veramente il carbone colpisce soprattutto il metano e il gas naturale, che come è noto sono combustibili molto migliori. Così si fa solo un favore all?Enel che pagherà sempre di meno il carbone, non userà il metano e avremo fatto tutti un bel passo indietro. Tra l?ironia degli altri Paesi del mondo che – ne ho avuto conferma qui alla Conferenza – considerano l?Italia una nullità in campo ambientale. D?altra parte, come dargli torto?».


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