Sostenibilità

la campagna del meseUn’assicurazione sul futuro che costa “solo” 4 milioni all’anno

di Redazione

Era il 1973, ed il WWF assieme al governo indiano iniziava la sua battaglia per difendere la tigre dal commercio illegale delle pellicce e delle ossa con la creazione di decine di aree protette. La tigre è una delle specie più suggestive in natura, e il suo fascino è grande almeno quanto l’orrore dei dati relativi al suo declino. Il suo areale è pari al 7% di quello originario. Nel 1904 ne sopravvivevano 100mila esemplari. Erano 7mila nel 2004, sono stimati 3.200 oggi. La tigre continua a sopravvivere solo grazie alla mobilitazione mondiale che ha permesso di intervenire nei 13 Paesi del Sud-Est asiatico dove ancora si trova in natura. Continuare questa lotta costa globalmente 4,2 milioni di euro all’anno. Una cifra importante per un progetto altrettanto ambizioso: raddoppiare in dieci anni il numero di tigri allo stato selvaggio. Una sfida possibile solo attraverso un’azione internazionale volta a stroncare il commercio clandestino. È necessario proteggere le tigri sopravvissute, perché possano muoversi liberamente in ampi spazi alla ricerca di cibo, al sicuro dai bracconieri, creando corridoi transfrontalieri tra i suoi habitat perché non entrino in conflitto con le comunità umane, che proprio dalla sua presenza possono trarre beneficio: in India e Nepal le tigri attraggono milioni di turisti (nel Parco nazionale del Corbett grazie all’aumento delle tigri, le entrate sono quadruplicate, passando da 138mila a 582mila dollari in un anno). Un impegno che, come detto, costa oltre 4 milioni di euro. Ma per il WWF la sopravvivenza della tigre vale molto di più, soprattutto se si pensa, ad esempio, che in Italia si spendono 5 miliardi l’anno in gelati. Salvare le tigri è possibile. Il loro futuro comincia da qui. Claudia Mauri

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