Sostenibilità

la campagna del meseUn patrimonio sempre minacciato Vigilare è un dovere di tutti

di Redazione

Cosa c’è di più semplice che sfruttare una risorsa apparentemente inesauribile, estesa, sulla quale non si lascia traccia, che è di tutti e di nessuno? Il mare è questa risorsa, che sembra più abbondante e inalterabile di qualsiasi altra. Non è così. La sconcertante cronaca dell’incidente petrolifero del Golfo del Messico ha ricordato a tutti quanto possano essere devastanti le attività di trivellazione e gli incidenti delle petroliere: già nel 2002 nel Mediterraneo se ne erano verificati oltre 1.300. Il mare non è una risorsa inesauribile. E le tracce rimangono. Le università della Florida e della Georgia hanno dimostrato che, sotto la superficie di 320 chilometri quadrati di greggio fuoriuscito al largo del Messico, si sono creati pennacchi di petrolio frammentati dai solventi chimici, che si muovono in profondità in una sorta di nube tossica che potrebbe avvelenare le larve dei pesci agendo a cascata sulla catena alimentare. Ci sono altri esempi: il Pacific Trash Vortex, una enorme isola di frammenti di plastica alla deriva nel Pacifico, la cui superficie stimata va dai 700mila chilometri quadrati fino a più di 15 milioni di chilometri quadrati. In questa sola area potrebbero essere contenuti fino a 100 milioni di tonnellate di detriti. Quando qualcosa interessa la catena alimentare, interessa noi. Il WWF protegge le coste dalla speculazione edilizia, il mare dal traffico marittimo e dagli interventi irresponsabili, i pesci dalla pesca accidentale, perché la cura del nostro pianeta, la sua salvaguardia, la vigilanza sulla sua salute non possono essere delegate ad altri. Riguardano noi.
Claudia Mauri www.wwf.it/mare

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