Non profit
La Camera riparte dal testo Calabrò
La proposta di Di Virgilio approvata oggi in Commissione Affari Sociali
di Redazione
A dispetto di tutte le previsioni, dei segnali di distensione arrivati sul finir dell’estate e della nuova serie di audizioni parlamentari di esperti, che sembrava preludere a un’apertura, Domenico Di Virgilio (Pdl), relatore in Commissione Affari Sociali per legge sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ha proposto di ripartire dal testo Calabrò, ovvero dal testo approvato in primavera dal Senato.
La discussione sul testamento biologico alla Camera ripartirà quindi da qui. Hanno votato a favore della proposta di Di Virgilio (Pdl), in commissione, 24 esponenti della maggioranza con l’Udc, mentre i contrari sono stati 18. Il relatore si è detto pronto a prendere in considerazioni modifiche nel corso dell’iter del provvedimento alla Camera.
Contro la proposta del relatore Di Virgilio di ripartire dal testo uscito dal Senato ha votato anche Paola Binetti. “Ho votato contro pur condividendo il testo dell’impianto – ha spiegato ai giornalisti la Binetti – perche’ mi sarebbe sembrato piu’ corretto, da parte del relatore, dire subito che si intendeva ripartire da li’ senza tenerci in sospeso, in una sorta di ‘suspence’ per tutto questo tempo”. Di Virgilio, dal canto suo si dice “negativamentre sorpreso dalla votazione contraria dei teodem, perche’ siamo nel bicameralismo, non si puo’ ignorare il lavoro di un ramo del Parlamento”.
Sul testamento biologico “Di Virgilio e il Pdl parlano di dialogo ma ripropongono lo scontro”, ha detto Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali alla Camera. “A fronte di un’opposizione che ha dimostrato volonta’ di dialogo e dopo oltre trenta audizioni che hanno suggerito cambiamenti al testo Calabro’, il relatore anziche’ presentare un nuovo testo base o fare un comitato ristretto -sottolinea Turco- ha scelto di ripresentare il testo dello scontro”.
Per i deputati dell’Idv in commissione affari sociali Silvana Mura e Antonio Palagiano, la scelta di adottare come testo base il Ddl Calabro’ è un atto di arroganza e al tempo stesso dimostra che sul testamento biologico si vuole seguire una linea di chiusura, volta a confermare quanto approvato dal Senato”.
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