Salute
La Camera approva la nuova legge
Via libera a tempi di record alla rete nazionale delle cure palliative. E il ricettario semplice entra nel testo
di Redazione
La Camera dei deputati ha approvato ieri, 16 settembre 2009, la legge “Disposizioni per la realizzazione della rete di cure palliative” che ha Paola Binetti (in foto) come prima firmataria. La legge è stata approvata all’unanimità, con il voto favorevole di 461 deputati su 461. All’Aula della Camera sono bastati due giorni di lavoro per dare il via libera a una legge che era stata limata in tutti i suoi dettagli da un anno di discussione a tratti anche apsra in Commissione Affari Sociali. Il provvedimento passa ora al Senato.
La legge, oltre a garantire il diritto all’accesso alle cure palliative e a renderlo omogeneamente esigibile in tutte le regioni d’Italia (oggi gli hospice sono 147 in Lombardia, zero in Abruzzo, quattro in Sicilia), crea una rete tra gli hospice, le strutture ospedaliere e l’assistenza domiciliare, così da garantire a ogni cittadino la libertà di scegliere il luogo in cui concludere la propria vita. «La cosa importante – ha sottolineato il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, che per due giorni ha seguito i lavori in Aula – è che ora le cure palliative verranno messe a sistema, quindi rese omogenee in tutte le Regioni».
Tra le novità introdotte ieri, attraverso l’approvazione di un emendamento all’articolo 10 presentato da Maria Antonietta Farina Coscioni (Pd), anche la semplificazione per la prescrizione dei farmaci antidolore. Già nei mesi scorsi il viceministro Fazio con un decreto ad hoc aveva autorizzato che la prescrizione di tali famraci potesse avvenire con il ricettario semplice, e non più con quello speciale. Ora la misura diventa legge e basterà il ricettario semplice per «preparativi attivi della Cannabis (hashish, marijuana, olio, resina, foglie e infiorescenze)», utilizzabili anche per alleviare il dolore dei malati di Sla.
Per quanto riguarda la copertura finanziaria, punto dolente della legge durante tutto il suo iter, alla fine si «vincola una quota del Fondo sanitario nazionale» quantificata in «50 milioni di euro per il 2009 e in 100 milioni per ciascuno dei prossimi tre anni». Così commenta la Turco (Pd), che insieme ha Paola Binetti (Pd) e a Massimo Polledri (Lega Nord) è stata tra i più battaglieri difensori della legge: «Non sono certo risolutivi, ma sono un passo in avanti, sono frutto della nostra battaglia, che abbiamo condiviso con voi, e noi vogliamo registrarlo. Sappiate però che su questo punto non vi daremo tregua, a partire dalla prossima legge finanziaria e dal finanziamento del Fondo sanitario nazionale per il prossimo triennio».
Resta il nodo esploso ieri (la Turco ha detto a proposito «Ieri è stato il momento della distinzione, oggi quello della brezza») e cioè la formazione degli operatori e il necessario riconoscimento delle loro professionalità maturate sul campo (leggi l’articolo Hospice: al vento vent’anni di esperienza). Su questo punto è già stato annunciato un pressing al Senato. E tuttavia la soddisfazione ieri ha prevalso, in tutte le forze politiche. Tanto che in molti hanno sottolieneato come il clima di confronto che ha caratterizzato i lavori parlamentari possano far ben sperare, perché possono essere «un buon viatico per la prossima legge che verrà sul testamento biologico».
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