Welfare

La Camera approva la legge contro l’infibulazione

Dal testo, che ora passa al Senato, è stato tolto l'articolo che prevedeva la possibilità di chiedere l'asilo politico per sfuggire alle mutilazioni

di Benedetta Verrini

La Camera ha approvato la proposta di legge che vieta la pratica delle mutilazioni genitali femminili. Il testo, che dovra’ tornare ora al Senato, prevede fra l’altro, pene da 6 a 12 anni per chi pratica infibulazione, escissione e clitoridectomia. Questa una delle principali novita’ della proposta di legge che questo pomeriggio ha incassato il primo si’ dell’Aula della Camera. I voti a favore sono stati 225, 176 quelli contrari, sei gli astenuti. Nove gli articoli del testo, dopo che l’Aula ha deciso di sopprimere quello che concedeva lo status di rifugiata alle donne che intendano sottrarre se’ stesse o le figlie minori al rischio di mutilazioni genitali nei Paesi di origine dove queste non vengono vietate. Una decisione, questa, assai contestata dalle opposizioni, che alla fine hanno votato contro osservando che il provvedimento ”e’ stato snaturato”. Il ministro delle Pari opportunita’ Stefania Prestigiacomo, replica alle polemiche: ”Il tema dello status di rifugiata per le donne immigrate che diranno ‘no’ – ha assicurato all’Assemblea di Montecitorio – sara’ compiutamente trattato nella legge sul diritto d’asilo, il cui esame e’ in dirittura di arrivo in commissione e che quindi sara’ presto portata in Aula”. Prestigiacomo si e’ poi detta ”orgogliosa dell’innovativita’ che caratterizza” il provvedimento. Per quel che riguarda la prevenzione ed il contrasto alle pratiche di mutilazione sessuale femminile, sono previsti programmi e campagne informative, che dovranno essere promossi dai ministeri della Salute, dell’Istruzione del Welfare, destinati agli immigrati che arrivano dai paesi in cui vengono praticate mutilazioni genitali. Saranno quindi pensate anche iniziative per sviluppare l’integrazione socio-culturale a favore delle donne immigrate. Il ministero della Salute sara’, poi, chiamato ad emanare linee guida per gli operatori che lavorano nelle comunita’ che praticano le mutilazioni: l’obiettivo e’ quello di riabilitare donne e bambine che abbiano gia’ subito degli interventi. In programma anche corsi di educazione nelle scuole dell’obbligo. Previsti, inoltre, progetti di formazione e informazione direttamente nei Paesi in cui si pratica normalmente l’infibulazione per scoraggiarla, grazie ad appositi accordi bilaterali tra i governi. Il codice penale sara’ arricchito di un nuovo articolo, il 583 bis, che definira’ i reati e le relative pene. Le mutilazioni praticate senza giustificazione terapeutica, anche con l’assenso della vittima, saranno punite con pene da 6 a 12 anni di reclusione. La struttura dove e’ stato commesso il reato rischia sanzioni pecuniarie e la sospensione dell’attivita’. Per gli operatori sanitari sara’ possibile anche l’interdizione per 10 anni dall’esercizio della professione.


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