Economia

La buona salute lontana dagli ospedali

La nascita di Federsanità

di Redazione

I numeri sono già molto interessanti:
162 cooperative che hanno 55mila soci, danno lavoro a 5.600 persone e realizzano circa
4 miliardi di fatturato. Spiega il neopresidente Giuseppe Milanese: «Avvieremo un percorso
di assistenza territoriale che sia veramente alternativo all’ospedalizzazione»Per essere una federazione neonata, potremmo dire che è abbastanza pasciutella. Federsanità – Confcooperative, tenuta a battesimo alla fine di aprile, associa infatti 162 cooperative che hanno 55mila soci, danno lavoro a 5.600 persone e realizzano circa 4 miliardi di fatturato. Un patrimonio di tutto riguardo per una federazione (la nona della centrale) chiamata a occuparsi di uno dei comparti più delicati. Vuoi perché la voce principale dei bilanci regionali riguarda appunto la sanità (che spesso fa virare i conti verso il rosso). Vuoi perché sono numerosi i cambiamenti che la riguardano: il federalismo fiscale, la più volte annunciata deospedalizzazione, tanto cara al ministro Sacconi (dovrebbe consentire risparmi e garantire l’avvicinamento delle cure al cittadino, dunque una sussidiarietà più reale); i servizi erogati dalle farmacie (futuri centri su cui imperniare una risposta socio-sanitaria integrata), la convenzione con i medici di medicina generale.
Una fluidità di fronte alla quale il sistema cooperativo avvia ristrutturazioni interessanti. Federsanità non a caso nasce associando cooperative di medici (rappresentano il 30% del totale), le farmaceutiche (16%), quelle di lavoro (ad alta specializzazione sanitaria; sono il 40%) e le mutue socio-sanitarie (14%). Organizzazioni prima facenti capo a Federsolidarietà, Federlavoro, Federconsumo e alla Federazione Mutue.
L’intenzione è ridisegnare modelli di welfare sanitario al passo coi tempi e in grado di rispondere meglio (e in modo innovativo) alle esigenze. «Ci siamo posti dalla parte dell’utente, della famiglia, di coloro che aspettano assistenza e cura», spiega Giuseppe Milanese (nella foto), neopresidente di Federsanità, «con lo scopo di far rete e dar vita a una filiera di servizi socio integrati». Una logica di sistema, insomma, per fare prevenzione, cura, assistenza sanitaria e riabilitazione che in qualche modo scardina le tradizionali divisioni per settori. Lavorando in maniera uniforme sul territorio nazionale.
«Fra i nostri obiettivi», prosegue Milanese, «è concordare con il ministero uno o due modelli operativi integrati e allo stesso tempo creare in quelle regioni che ne sono oggi poco provviste, realtà cooperative che possano avviare un percorso di assistenza territoriale che sia veramente alternativo all’ospedalizzazione. Quel che è importante è che ciascun attore sappia svolgere il suo ruolo, senza protagonismi e con spirito collaborativo».


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