Non profit

La buona ricetta dei contratti di solidarietà

Quando l'azienda entra in crisi

di Maurizio Regosa

Giorgio Santini, segretario confederale Cisl: «Così non si tagliano i rapporti fra lavoratore e impresa» Una risposta, pragmatica, alla crisi viene anche dai contratti di solidarietà. Si lavora un pochino meno, si guadagna un pochino meno ma in compenso più persone continuano ad avere un reddito: «Non si taglia il rapporto fra lavoratore e impresa. Una risposta solidaristica che la gente capisce e che trova una disponibilità crescente, anche se sempre da migliorare, da parte degli imprenditori», spiega Giorgio Santini, segretario confederale Cisl.
Vita: L’impennata della cassa integrazione in effetti è impressionante.
Giorgio Santini: Attenzione al sensazionalismo: se si confronta il 2009 con il 2008, anno nella cui prima metà il Paese era in crescita, è chiaro che la percentuale di crescita colpisce. Meglio guardare ai valori assoluti. Oggi sono alti e in crescita, segno della crisi che è molto seria, ma non sono al livello del 1993. La Cigs, cioè la cassa integrazione straordinaria, è più bassa.
Vita: Lo stesso vale per i contratti di solidarietà? Nei primi due mesi del 2009 ne sono stati sottoscritti 92 rispetto ai 29 dello stesso periodo del 2008?
Santini: Non c’è dubbio. La scommessa è fare in modo che gli effetti congiunturali non facciano danni profondi e irreparabili al sistema o alle singole aziende. Per questo vanno allargati gli strumenti puntando al mantenimento produttivo e occupazionale. Cerchiamo di rilanciare i contratti di solidarietà anche per le imprese medio-piccole. Rispetto al passato, c’è una maggior disponibilità di principio e di fatto da parte degli imprenditori.
Vita: Le resistenze a cosa sono dovute? Alla complessità gestionale?
Santini: Fondamentalmente, sì. Ripartire il lavoro fra più persone è complesso dal punto di vista organizzativo. Proprio per questo è previsto un incentivo alle aziende. Anche l’uso della Cig a giornate e non a zero ore è una forma di contratto di solidarietà: al posto di fermare l’azienda per due settimane si lavora tre giorni e si riesce a tenere tutti al lavoro.
Vita: I contratti di solidarietà sono un modo per risparmiare risorse della Cig?
Santini: Siamo mobilitati perché siano incrementate le risorse per gli ammortizzatori sociali, specie per coloro che non avevano alcun tipo di sostegno al reddito: i lavoratori delle piccole fabbriche, quelli a progetto, i flessibili, i soci lavoratori delle cooperative. Il Parlamento ha stanziato 35 milioni per i contratti di solidarietà, che costano meno della Cig. Una misura che andrà potenziata se lo strumento prenderà piede. Immaginando un ipotetico ponte, dobbiamo estenderlo il più possibile in modo che arrivi a coprire il momento in cui le cose cominceranno di nuovo a funzionare. Poi ci sono le politiche di sviluppo, di tipo anticiclico, gli investimenti ad esempio nella green economy, nell’economia sociale?
Vita: Per l’economia sociale quali mosse consiglia?
Santini: Partirei da una vicenda molto attuale: i lavori di cura per la terza età, le badanti? Un bisogno che può diventare un fattore anche economico. In Francia, ad esempio, hanno dato un forte contributo fiscale alle famiglie che avevano bisogno di badanti (circa 700 euro al mese) a condizione che le mettessero in regola. Questo ha permesso un’emersione di 150mila posti di lavoro. Alla fine praticamente l’emersione ha quasi compensato l’investimento del governo. Un circolo virtuoso? Poi l’occupazione delle donne: i posti di lavoro femminile rendono necessari servizi espliciti di cura. E questo si traduce in opportunità occupazionali. Due esempi di come ridisegnare l’economia su basi diverse.


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