Cultura

La buona novella di De André arriverà anche a Kabul

Lo spettacolo dedicato al cantautore genovese si è gemellato, alla prima, con Emergency. Sul palco Bisio, Leda Battisti e Lina Sastri. E ora, in tournée

di Ettore Colombo

F alegname col martello perché fai den den?». Un brivido corre nella sala, e anche in chi scrive, quando Lina Sastri canta questa canzone, al teatro Smeraldo di Milano, mentre sta andando in scena lo spettacolo La buona novella, tratto dall?omonimo cd (ma una volta si chiamava ?33 giri? …) del grande cantautore genovese Fabrizio De André.
Uno spettacolo che, prodotto dal Teatro dell?Archivolto, ha esordito nella terra natale di De André, al Gustavo Modena di Genova, prima dell?estate, e che ora ha iniziato la sua tournée. Sotto la regia teatrale di Giorgio Gallione, direttore artistico dell?Archivolto, e quella musicale del compositore Carlo Boccadoro, che hanno saputo rivedere con una drammaturgia delicata e fluida uno dei dischi più belli di De André (una sorta di unica, continua storia che si snocciola lungo dieci canzoni), i principali interpreti dello spettacolo sono uno scatenato Claudio Bisio che prima fa Giuseppe, per cui ?fa il tifo?, e poi, in parte, Gesù; una bellissima e ieratica Leda Battisti che interpreta Maria giovane; e un?intensa Lina Sastri che recita Maria adulta. I tre mattatori dello spettacolo, però, oltre a cantare le più belle e famose canzoni di De André (da L?infanzia di Maria a Via della croce, da Tre madri al Testamento di Tito), recitano brani scritti dal cantautore e mai incisi o rimasti dimenticati nelle parti parlate del disco (la cui data di uscita risale al 1970), accompagnati dai bravissimi e ben amalgamati coprotagonisti: l?Ensemble musicale Sentieri selvaggi e il coro ?a cappella? Voci atroci.
Lo spettacolo, in tournée in queste settimane, garantisce dunque grandissimi emozioni accresciute, alla prima milanese, dalla presenza di Emergency, l?associazione per l?aiuto alle vittime civili della guerra che da anni è attiva in Afghanistan e che è attualmente in prima linea nell?assistenza e nella cura dei feriti e dei rifugiati interni e nel Pakistan. Una presenza che Claudio Bisio ha voluto ricordare, alla fine dello spettacolo, stabilendo così una sorta di ponte ideale tra le sofferenze e i dolori della Palestina ai tempi di Gesù e quelli del modo di oggi, in Medio oriente, ma non solo.
D?altronde, scriveva De André, «Perché riproporre La buona novella? Perché, per i tempi in cui è stata scritta, si è trattato di un discorso, a parer mio, rivoluzionario».
Lo è ancora, caro Fabrizio.

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