Salute
La bufala dei fondi per i farmaci innovativi
Alberto Scanni, presidente emerito del Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri – CIPOMO, si appella ad associazioni dei malati e governo per una mobilitazione che «denunci le lobby trasversali e le speculazioni dell’industria farmaceutica»
Mettere delle accise sui vizi per finanziare il benessere delle persone è una scelta moralmente valida, quindi la proposta di alcune società scientifiche di aumentare di un euro il prezzo del pacchetto di sigarette per costituire un fondo destinato a coprire gli alti costi dei farmaci antitumorali di ultima generazione non farebbe una piega. Il Governo peraltro avrebbe già depositato in commissione bilancio una proposta di fondi per i cosiddetti farmaci innovativi.
Ma la domanda che viene spontanea è: perché questi farmaci devono continuare ad essere così cari quando nel mondo se ne vende una grandissima quantità, le patologie sono aumentate, le spese per la ricerca ampiamente recuperate e gli azionisti delle industrie farmaceutiche continuano ad aumentare gli utili avendone brevetti e monopolio? Le industrie farmaceutiche impongono il prezzo e le Agenzie del farmaco di turno subiscono i loro condizionamenti. E questo naturalmente non vale solo per gli oncologici ma anche per antivirali e tutti le altre tipologie.
E allora: destinare dei fondi per queste medicine non farà altro che continuare a “ingrassare” le case farmaceutiche che hanno come unico interesse il continuare a garantirsi ampi margini di utili.
Giuste le proposte degli oncologi per essere oculati nelle prescrizioni, giusto raggruppare i malati per non sprecare i residui delle fiale, giusto valutare costi e benefici, ma siamo sicuri che fatto tutto ciò il problema sarà risolto?
Certamente no, i soldi non basteranno, i malati continueranno ad averne bisogno, gli oncologi continueranno ad arrabattarsi con relazioni, registri speciali per la raccolta e la verifica dei casi realmente bisognosi.
Se non si riducono i prezzi il problema non si risolve. E non si può dire che non è possibile visti gli altissimi guadagni dell’industria. E ora di smettere di impegnarsi a valle: è a monte che bisogna incidere. Stop ai prezzi impossibili.
La strada quindi è un'altra: è urgente una mobilitazione di associazioni di malati e degli oncologi per fare pressione sugli organi governativi perché impongano alle aziende una riduzione dei prezzi, pena boicottaggio delle loro attività e aumento della tassazione. Bisogna denunciare le lobby trasversali a livello parlamentare, l'invito è anche al cartello delle società scientifiche europee affinchè stigmatizzino e denuncino le speculazioni dell’industria e spingere i vari governi ad una trattativa unica.
Perché a mali estremi si può rispondere solo con estremi rimedi.
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