Prendete l’ultimo disco di Fossati, ascoltate D’amore non parliamo più, una delle canzoni più belle del disco. Perché è così bella? Anche (direi soprattutto) per il ricamo di uno struggente organetto diatonico (nobile e popolare antenato della fisarmonica), suonato da Riccardo Tesi. O ancora: il finale di Smisurata preghiera, in Anime Salve di De André, un approdo di malinconia dopo l’invettiva. Sempre lui e il suo organetto. Riccardo Tesi è un grande musicista e ricercatore che spesso e volentieri si è messo a disposizione della canzone d’autore con le sue pennellate. Ma soprattutto è uno che attorno al mantice del suo organetto ha saputo creare correnti di talento, ha riunito musicisti, autori, ha contaminato generi e appartenenze. Come un artista rinascimentale ha aperto la sua bottega agli influssi più diversi, ha tessuto una rete di rapporti che ne hanno fatto qualcosa di più della sua singola personalità di artista. Presente remoto, un disco e uno spettacolo per i 30 anni di carriera, racconta questo percorso. Il 28 aprile approderà a Milano, alla rassegna «Suoni e Visioni». Se siete in zona, non perdetevelo.
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