Non profit

La Bossi-Fini, la morale e Buttiglione

La problematica dell'immigrazione e del diritto d'asilo.

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, Buttiglione sostiene, nell?intervista che avete pubblicato, che la legge Bossi-Fini rispetta la morale cristiana. Non è affatto vero questo, anzi quella legge ha ridotto i lavoratori stranieri a strumenti usa e getta a piacimento dei datori di lavoro, facilmente ricattabili dagli stessi datori di lavoro visto che il loro permesso di soggiorno è legato alla durata del contratto, in caso di licenziamento hai poco tempo per trovare un altro datore di lavoro disposto a farti lavorare in regola. Questa legge, poi, criminalizza le persone chiamate ?clandestini? come se fossero dei terroristi o delinquenti, che non corrisponde alla verità mentre sono gente che fugge dalle tragedie che anche l?Europa causa indirettamente nei loro Paesi di origine. Un?altra cosa che trovo inconcepibile è l?accordo con la Libia per contrastare i clandestini. Mi chiedo e vi chiedo: può un Paese che dice di essere democratico e difensore dei diritti umani collaborare con un dittatore che usa i clandestini come arma di ricatto per ottenere ciò che vuole dall?Europa, che non ha mai rispettato i diritti umani e civili della sua gente? Come voi sapete, di recente le autorità libiche hanno espulso tanti immigrati tra i quali anche degli eritrei, che una volta tornati rischiavano la tortura e lunghi anni di carceri e lavori forzati: sono cose confermate anche dalle agenzie dell?Onu. La Libia nel suo modo di contrasto ai clandestini usa il carcere, i manganelli, la tortura. Un saluto alla redazione di Vita e grazie per come fate il giornalismo senza mistificazioni. Mosè Zarrai, scalabriniano Gentilissimo padre, con la schiettezza che ci riconosce, devo sottolineare che l?intervista di Vita a Buttiglione conteneva una serie di affermazioni davvero nuove e, loro sì, in armonia con la morale cristiana. Ipotizzare il diritto d?asilo anche per chi fugge dalla fame è cosa enorme di questi tempi. Perciò credo sia importante, a volte, valorizzare e portare avanti le idee e le visioni più innovative (chiunque sia il politico che le ipotizza, tanto più se il politico in causa è il nuovo commissario europeo con competenze sull?immigrazione), invece di attardarsi sempre a cercare l?affermazione discutibile. Sull?immigrazione nel governo c?è un tale ritardo, una tale mancanza di visione del fenomeno e una tale paralisi di iniziative che è bene accetto, credo, ogni tentativo. E anche i compromessi con la Libia se servono a uscire dalla paralisi e da politiche disastrose.


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