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La bindi mette le mani sulla cai

Via libera del Cdm al riassetto della Commissione che passa al ministero della Famiglia. Associazioni soddisfatte ma...

di Sara De Carli

I l 16 marzo il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di regolamento che riordinerà la Cai – Commissione adozioni internazionali. Tre le novità più importanti: il ministro per la Famiglia assume la presidenza della Cai; nella Commissione entrano tre esperti di adozioni internazionali e tre rappresentanti delle associazioni famigliari, di cui uno indicato dal Forum Famiglie; si rafforzano i controlli sugli enti, a cui l?autorizzazione potrà essere revocata anche in caso di «scarsa efficacia dell?ente». Il testo deve ancora passare dal Garante della privacy, dalla Conferenza Stato-Regioni e dal Consiglio di Stato, ma il regolamento ha buone probabilità di essere definitivo.

Marco Griffini, presidente di AiBi, è felice che la Cai sia passata nelle mani della politica, «anche se avrei preferito un maggior coinvolgimento del ministero degli Esteri, magari con tre tecnici in Commissione: la partita delle adozioni internazionali si gioca soprattutto all?estero». I controlli a tappeto sugli enti e la volontà di ridurne il numero non fanno paura: «Auspichiamo anzi che si ricominci daccapo, con nuovi criteri per le autorizzazioni. Al ministro Bindi chiedo di dire qual è il modello in cui crede: quello dell?ente che fa cooperazione internazionale o quello dell?ente-agenzia, che tratta le adozioni come un mercato». E le associazioni di famiglie? «Benissimo, se sono enti di respiro politico: penso al Forum Famiglie o a Genitori Democratici».

Graziella Teti, responsabile adozioni internazionali del Ciai, spera che il nuovo corso della Cai prosegua la gestione «innovativa» di Roberta Capponi, l?attuale presidente. È un po? perplessa invece sul no alla richiesta degli enti di entrare in Commissione. «Mi auguro si possa pensare a un tavolo a latere, in cui rientrino anche gli enti autorizzati, per incentivare la logica collaborativa». L?altro punto critico è la valutazione degli enti in base all?efficacia: «Vedremo, non vorrei che la logica dei numeri sminuisse il lavoro culturale e di cooperazione che alcuni enti fanno all?estero».

Di nomine si parlerà fra due mesi, quando il testo avrà terminato il suo iter. Se la Capponi rimanesse come vicepresidente, in molti sarebbero soddisfatti. Il regolamento prevede che il vicepresidente potrebbe venire anche da un?amministrazione regionale: che dal Piemonte stia per arrivare Anna Maria Colella?

Per seguire l?iter: www.governo.it


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