Formazione

La Bibbia in classe, un “ponte” che piace a tutti

Due fondazioni, Cor e Cariplo, hanno promosso il progetto. Con l’idea di far conoscere le nostre radici ai nuovi arrivati. Per ora il consenso è trasversale...

di Antonietta Nembri

Il punto di partenza è il libro più diffuso della storia: un progetto interculturale e interreligioso che, dopo aver coinvolto 120 scuole di Roma e del Lazio, a breve sbarcherà in altrettanti istituti scolastici (medie e superiori) della Lombardia. Si tratta di Bibbia Educational, progetto promosso dalla Fondazione Cor e sponsorizzato da Fondazione Cariplo. «In Lombardia», ha detto Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo, «abbiamo una forte presenza di studenti extracomunitari e occorre sostenere la scuola nell?integrarli. Questo progetto diventa un importantissimo strumento di integrazione culturale e tra i ragazzi stessi». Annamaria Romagnolo, rappresentante dell?Ufficio scolastico regionale della Lombardia, sottolinea invece l?interdisciplinarietà del progetto: «Non è solo per gli insegnanti di religione, ma contiene percorsi per tutti gli insegnanti». L?opera si compone di 14 cd-rom di sussidio didattico interattivo realizzato da studiosi cristiani, ebrei e musulmani e altrettanti dvd con i film sui personaggi della Bibbia realizzati dalla Lux Vide. «La Bibbia permette diverse chiavi di lettura e questo strumento consente non tanto di avere delle nozioni, ma dei linguaggi comuni ed è qui la sua forza», osserva Daniel Fishman, studioso della comunità ebraica. Osama al Saghir, presidente dei Giovani musulmani italiani, concorda: «Ho già navigato in questa Bibbia. E trovo che sia uno strumento attraverso il quale gli studenti possono scoprire le proprie origini non in senso antagonista. Anzi, aiuta a superare i confini identitari che esistono anche nella scuola all?interno della quale i giovani devono poter imparare a crescere insieme: nella società rimane poco spazio per farlo». «Questa è un?opera laica, nel senso di una laicità che accoglie tutti e fa di tutti una risorsa dialogante», ha detto Pasquale Troìa, autore del progetto.


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