Mondo

La batteria che ha acceso la mia vita

Un giornalista chiede il perché di tanto amore ai bimbi brasiliani. La risposta? Una macchina in panne

di Luca Doninelli

…Lei mi chiede gentilmente qual è stato il fatto più importante della mia vita… lei è gentile…. ha portato qui la telecamera… la sua assistente è così giovane… educata… ma io, vede, io ho qualche difficoltà… non perché non sappia cosa dirle… ma perché a nessuno, signore… a nessuno può interessare questa storia… lei vede questo ospedale… all?inizio, quando venni qui, c?erano quattro capanne… adesso facciamo le tac… lei vorrebbe che le raccontassi… un episodio… il più bello… il più toccante… ma guardi signore, e anche voi con la telecamera, e anche lei madre… guardi che di episodi toccanti qui ne capita un centinaio al giorno… ma se lei vuole… ecco, se lei vuole che io le racconti qual è stato non un episodio toccante… non un miracolo… perché lei deve sapere che qui Dio passa tutto il giorno a fare miracoli, e la sera è stanco a furia di fare miracoli… qui e in tanti altri posti… la sera Dio è stanco, sa?… ma insomma, se lei vuole che le racconti la storia più importante, il fatto decisivo, il cardine… è questo che vuole, no?… il cardine intorno al quale gira tutta la mia vita… allora, beh, credo che quelle telecamere andrebbero spente… per rispetto dei signori telespettatori… perché verrebbe un trasmissione loffia… sì, loffia forte… loffia vuol dire scarsa, molto scarsa, capisce?… e allora non so se lei vuole… non c?è molto spettacolo nella mia storia… vuole che gliela conti lo stesso?… sicuro?… d?accordo, d?accordo…
…il fatto più importante della mia vita è accaduto quando non c?era questo ospedale, e io di questi bambini non sapevo niente… di questo male.. di questo dolore… della cattiveria umana e della Grazia di Dio… niente sapevo… questo è normale, si vive e non si sa niente… e un po? è giusto non sapere niente, perché quando cominci a sapere ti metti le mani nei capelli… siamo tutti così… non è che siamo cattivi, è che non ci si può fare niente… quando la gente che vive bene, che ha un bagno o due, che mangia quattro volte al giorno, che fa la villeggiatura al lago, che ha il motoscafo eccetera… quando questa gente legge sul giornale che in Uganda si ammazzano a milioni, per non parlare del Sudan, dell?Asia centrale, del Sudamerica… quando vedono i bambini con le gambe che sembrano stuzzicadenti… eh, dio mio… lo capisco che preferiscono non sapere… questo è normale.
…io però avevo un pregio, sapevo mettere le mani nei motori… una macchina guasta io zac, in quattro e quattr?otto te la mettevo a posto… era il mio pregio, non ne avevo altri… però in quello ero bravo… una sera – stai a sentire, che è bella – una sera torno a casa verso le sette, con la macchina… pioveva, e quella sera facevano il lavaggio della strada… lo fanno ancora a Milano?… sì?… bene… non trovavo un posteggio… e gira, e gira… alla fine metto la macchina davanti a casa, anche se non si poteva, e mi dico: adesso mangio, poi mi riposo un po? poi esco a cercare questo maledetto posteggio… e così faccio… mangio… poi mi metto in poltrona a leggere il giornale… quando sono lì, che ancora non ci penso nemmeno a uscire per rimettere a posto la macchina… anche perché continuava a piovere, e io ero stanco… ecco, drin, il telefono… mi alzo per sentire chi è… è Leo, un mio amico… ha sette figli, Leo… il più grande ha venticinque anni, il più piccolo otto… ho insegnato a tutti a pescare… li portavo sul Ticino… ma non sono un grande pescatore… però mi piaceva… e poi i bambini stanno bene con me… mica solo quelli brasiliani… anche quelli di MIlano… perché i bambini sono uguali dappertutto… Oh, mi fa Leo, lo sai?, ho il furgone che non mi parte più… lui ha un furgone per andare in vacanza… con sette figli, capirai… non è – mi fa – che verresti a dargli un?occhiata? So che è una seccatura, ma come faccio, se no, a partire domani mattina?… Io, che non avevo nessuna voglia di andae da lui, gli chiedo se per caso non posso andare domani mattina… Parto alle sei, mi fa… Ma che cos?ha? gli faccio… E? la batteria, risponde lui… Hai provato ad attaccare il furgone alla tua macchina, coi morsetti… Sì, mi fa, ma non funziona… Senti, gli faccio, stasera lavano la strada, e ho trovato un posto per miracolo… non farmi uscire con la pioggia, ché poi non trovo più un posto neanche a bestemmiare… Va bé, va bé, mi fa, se è per questo, ti capisco benissimo, non ti preoccupare, nessun problema, vorrò dire che partirò un po? più tardi e prima chiamerò l?Osvaldo – che era il suo meccanico, si chiamava Osvaldi, me lo ricordo ancora: Osvaldo Venturini… Allora ciao ciao, ci salutiamo, io riattacco il telefono e torno a sedermi in poltrona… ma non riesco più a trovare una posizione comoda… mi alzo e mi risiedo… mi rialzo e mi risiedo… c?è qualcosa che non va, dico tra me… poi mi viene sete, vado al frigo e come apro la sete è già passata… accendo la tv e non c?è niente che mi piace…
…vedi, era la bugia che mi stava sull?anima… o su qualche altra parte, vedi tu, veda un po? lei… mi capisce?… perché gli ho detto che avevo posteggiato la macchina, se non era vero?… dovevo ancora rimettermi le scarpe, l?impermeabile… perché gli avevo detto quella bugia?… se gli avessi detto guarda, non ne ho voglia, punto e basta… ecco, sarebbe stata un?altra cosa… poteva essere un po? maleducato, ma chi se ne frega… potevo dirgli che pioveva, che non ne avevo nessuna nessunissima voglia di andae fin da lui per fargli partire il suo furgone… Allora è successa una cosa per me poco usuale: mi sono dato del cretino… cretino, mi sono detto, una balla più cretina non potevi inventarla… fosse stata una balla intelligente… ma così cretina… insomma, per concludere, prendo il telefono… Leo?, faccio… aspettami, chè tra dieci minuti sono da te… Scarpe, impermeabile, ombrello e fuori… dopo dieci minuti arrivo da Leo… sulla porta c?era Giacomo, il più piccolo… aveva otto anni, quasi nove… Meno male che sei arrivato, mi fa, tutto ridente: sei proprio il nostro angelo…
…ecco, io ti dico: per una faccia così, per una frase così, per un sorriso così non valeva la pena di andare non dico a tre isolati di distanza, ma in capo al mondo?… Ho fatto appena in tempo a salute Leo e sua moglie e giù, in strada, sotto l?acqua… non era niente, la batteria era un po? scarica e i morsetti erano sporchi… mi è bastato passare sui morsetti un po? di carta vetrata, ed è tornato tutto a posto… una stupidaggine…
…dopo i saluti e una grappa riprendo la macchina e torno a casa… avevo ancora negli occhi la faccia di Giacomo… ?sei il nostro angelo?… ma quale angelo?… lui sì, che è un angelo… Poi mi torna in mente che devono lav are la strada, e che non troverò un posto dove mettere la macchina, e intanto non smette di piovere… Sono lì tutto solo nella macchina… Senti, angioletto – dico, a mezza voce, come se ci fosse aualcuno ad ascoltarmi, pronto a prendermi per il culo – senti, angioletto, me lo fai trovare un posticino?… Ed ecco, tac!, proprio davanti al portone di casa, un posto libero di fresco, con la sagoma della macchina ancora mezzo asciutta…
…lo capisce adesso, signore, e anche lei con la telecamera… lo capisce?… se io non dicevo quella stupidissima bugia… è stato lì che ho capito… quante volte hanno bussato alla mia porta per chiedermi qualcosa… io ho sempre dato… ma non mi è mai venuto in mente di invitarli a bere un bicchiere di vino con me… li ho sempre lasciati sulla porta… bene, quella sera ho capito che non potevo più… solo questo… il resto, lo fa Dio…

I racconti dell?estate
settimana per settimana

Continua la serie dei racconti scritti per i nostri specialissimi lettori da alcuni dei più affermati, e insieme scomodi, scrittori italiani. Dopo i fortunati cicli dedicati al rapporto tra la persona e la sua città (1995), al rapporto tra persona e televisione (1996), al rapporto tra padre e figli (1997), quest?anno è a tema il rapporto tra vita e carità.
Questa settimana tocca proprio all?ideatore di questi cicli di letture estive per i lettori di ?Vita?, Luca Doninelli, che ogni anno verso giugno ci propone un tema attorno a cui convochiamo gli scrittori più interessanti del nostro Paese. La storia che ci propone «è storia vera», ci dice lo scrittore, «suggerisce come un?esistenza possa essere indizzata alla carità per ?caso?, addirittura per una stupida bugia».
Sul n. 28 di ?Vita? ha aperto la serie di quest?anno Adriano Sofri con ?Il cuore di Kadid?, scritto nella sua cella nel carcere di Pisa. Sono seguiti Franco Loi (sul n. 29) con ?Quel portafogli caduto dal cielo?, Erri De Luca (n. 30) con ?Premure da marciapiede?, Raul Montanari (n. 31) con ?Terra di nessuno?, Guido Conti (n. 32/33) con ?Per 500 lire di carità?.
Seguiranno i racconti di Dario Voltolini, Enzo Fontana e Aurelio Picca.

Luca Doninelli: la grande scrittura contro i minimalismi

Doninelli, narratore e critico letterario, è nato a Leno (Brescia) nel 1956. Si è affermato agli inizi degli anni Novanta come uno dei più interessanti e giovani scrittori italiani, per il rigore formale della sua scrittura e per i temi ?esistenziali? affrontati nei suoi romanzi (Geno Pampaloni lo ha definito uno dei pochi ?eredi di Dostoevski?). Ha pubblicato con Rizzoli ?I due fratelli? (Premio Berto per la miglior opera prima nel 1990) e per Garzanti ?La revoca? (Premio Selezione Campiello 1992), ?Le decorose memorie? (Superpremio Grinzane Cavour nel 1994), ?La verità futile? (1995). inserito tra i cento migliori romanzi italiani in un?antologia dedicata al ?900. Doninelli ha scritto per Guanda ?Conversazioni con Testori?, il grande scrittore lombardo cui è stato legato da profonda amicizia. È autore anche di libri per ragazzi, ?Le avventure di Annibale Zumpapà?, collabora al quotidiano ?Avvenire? e con il nostro settimanale per cui cura una rubrica quindicinale e, soprattutto, dal 1995 è ideatore e curatore della serie dei racconti estivi in cui chiama a raccolta il meglio degli autori italiani su temi capitali come il rapporto tra padri e figli, uomini e città, spettatori e televisione, e quest’anno la carità.Il suo ultimo libro, ?Talk show? (Garzanti, 1996) è nato proprio dal racconto scritto per ?Vita? nell’estate 1996 sulla tv. Gli auguriamo che anche dal racconto di quest?anno possa nascere un libro di successo com?è stato ?Talk show?.

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