Non profit
La battaglia si vince nel tempo libero
Exodus. Il divertimento non si cancella, si guida
Eccoci davanti all?ultima assurda morte, al Rave di Segrate. Eccoci davanti alle parole dei politici nelle quali ritornano i soliti vecchi schemi di 30 anni fa? e proprio non se ne può più. Davanti alle parole dei ragazzi che abbandonano il campo, comunque sconfitti e arrabbiati: «Eravamo lì solo per divertirci e non facevamo male a nessuno».
Ai milioni di Mattia del nostro Paese non serve il prontuario di istruzioni su come usar meglio l?ecstasy o conoscere la composizione delle pasticche e neppure la squadra antinarcotici a scuola o in discoteca! Servono degli adulti veri, politici veri.
Nell?ambito della prevenzione generale si possono indicare quattro priorità.
La comunicazione. Investire su figure e prodotti di alto profilo culturale-formativo e appeal, riservando spazi specifici e utilizzando i canali più prossimi alle giovani generazioni (non solo radio e televisione).
Nel mondo della scuola. Favorire le proposte e i percorsi educativi lungo tutto l?arco del tempo, specialmente nelle attività extracurricolari. Per mettere in atto seriamente questa prospettiva occorre partire da una consistente formazione di base del corpo docente e costanti proposte formative per genitori, come sembra lasciare intravvedere la riforma Fioroni.
Nel tempo libero. Favorire le pratiche sportive e l?apprendimento della musica e di tutte espressioni artistiche (per esempio con voucher ad personam).
Quartieri e comunità territoriali. Accompagnare una pianificazione territoriale per la realizzazione e il coordinamento di attività, spazi, proposte per i giovani, utilizzando lo strumento dei tavoli previsto dalla legge 328, con il diretto coinvolgimento di rappresentanze di giovani.
Anche nell?ambito degli interventi di cura, occorre dare giusto valore alla dimensione educativa. Questi i punti focali.
Superare l?impostazione prevalentemente medica della presa in carico prevedendo, nei ruoli decisionali a tutti i livelli, specifiche competenze educative.
Monitorare le prestazioni effettivamente rese dalle strutture pubbliche e private e distribuire le risorse secondo una pianificazione annuale.
Consentire la sperimentazione di percorsi mirati a giovani, al di fuori delle classiche comunità o Sert.
Adeguare i rimborsi alle comunità ai i reali costi di esercizio, rispettando i tempi di pagamento previsti.
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