Non profit

La battaglia di Seattle diventa un videogioco

Un nuovo videogioco ispirato agli scontri del vertice di Seattle insegna la violenza più che i valori della società civile che si oppone alla globalizzazione

di Carlotta Jesi

www.rockstargames.com Il nemico è una fantomatica American Trade Organization invece dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. E la sua colpa aver dichiarato lo stato di emergenza su una città americana impedendo la circolazione dei cittadini invece che schiacciare i diritti dei poveri in nome della globalizzazione. Ma, per il resto, il videogioco “State of Emergency” appena lanciato dalla software house Rockstar Games assomiglia in tutto e per tutto alla battaglia scoppiate per le vie di Seattle nel dicembre del 1999 fra migliaia di attivisti anti globalizzazione e gli organizzatori dell’Omc. Cliccate, per credere, sulla presentazione del videogioco che trovate su questo sito: in una città con le serrande dei negozi abbassate, caschi della polizia abbandonati per strada e vetrine sfasciate, riceverete un messaggio in cui si dice che per sconfiggere l’American Trade Organization ogni mezzo è lecito: dai coperchi dei tombini ai bazooca, dalle mazze da baseball alle panchine, da pezzi di motociclette alle membra di chi è caduto in battaglia. Comprese le regole, non resta che scegliere il personaggio con cui giocare fra cinque figure armate fino ai denti che, purtroppo, degli attivisti di Seattle non hanno quasi niente. Alla fine, questa la lotta a un oppressore non ben identificato risulta solo un’occasione per esercitare la propria violenza: banalizzate in un gioco, lo spirito di critica costruttiva e le nuove idee emerse a Seattle non funzionano.


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