La battaglia delle fondazioni

«Le fondazioni hanno sin qui rappresentato uno strumento essenziale per gli atenei sia nel reperimento di nuove risorse finanziarie sia nella valorizzazione economica della ricerca scientifica e nella sua trasformazione in risorsa strategica per lo sviluppo e l?innovazione. Siamo rimasti del tutto sorpresi nel constatare che nella legge Finanziaria in discussione, all?articolo 41, si preveda la soppressione di queste istituzioni». L?amaro commento è di Ferdinando Di Orio, presidente della Fondazione dell?università dell?Aquila e nominato capo dell?appena costituito Coordinamento nazionale delle fondazioni universitarie. «A fronte delle previsioni governative abbiamo riscontrato l?esigenza di valorizzare uno strumento fondamentale per la sopravvivenza del sistema universitario pubblico, sempre più sottostimato in termini di risorse. Il coordinamento dovrà mettere in rete le fondazioni esistenti, promuovendone altre e condividendo le esperienze maturate che hanno assicurato nuove modalità di trasferimento e di diffusione delle conoscenze all?interno delle dinamiche della società civile». Il nuovo organismo, che si colloca nell?ambito della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane, vedrà a giorni la nomina nel suo comitato direttivo di altri rappresentati del mondo accademico. Le fondazioni universitarie italiane sono una dozzina e sono state promosse e realizzate così come previsto dalla normativa del dicembre 2001. Questi enti stanno svolgendo un?importante opera di mediazione finanziaria e organizzativa tra mondo dell?università e società favorendo la ricerca applicata, la formazione e la diffusione di una cultura per lo sviluppo economico anche attraverso iniziative congiunte tra università, aziende, istituti bancari, centri di ricerca ed enti pubblici. Tra le prime iniziative del neonato coordinamento, una formale richiesta al governo di emendare la Finanziaria per mantenere in vita le fondazioni universitarie.