Non profit

La battaglia dei consumi natalizi

Indice dei consumi, accordi aziendali a ridosso delle promozioni natalizie. Sui consumi, la battaglia di Natale

di Riccardo Bagnato

A seguito dell’attacco alle Twin Towers, un anno fa, il Presidente degli Stati Uniti George Bush invitò la popolazione americana a spedere, spendere, spendere. Ad alzare in sostanza l’indice dei consumi, vero e proprio termometro dell’economia statunitense. A un anno di distanza il premier Berlusconi sembra aver appreso la lezione, e invita a fare altrettanto al popolo italiano, proprio nel momento in cui, tra Finanziaria e problemi reali o presunti nei conti pubblici, l’economia italiana sembra dimostrare qualche flessione significativa.

Mentre premier o presidenti si prodigano per salvaguardare gli acquisti, in previsione del periodo natalizio, alcuni nodi vengono al pettine e altri si sciolgono, in onore, ovviamente, al più santo fra i santi: Gesu Cristo? No, Babbo Natale.

Videogames
I consumatori dovrebbero evitare di comprare i videogames per natale, come parte di una campagna per abbassare i prezzi ai giochi. Un gruppo di gamers ha organizzato “la settimana del non comprare videogame”, dall’1 al 8 dicembre, per protestare. E sperano in una grande partecipazione, in modo tala da convincere le industrie ad abbassare i prezzi.
L’80 per cento di tutto il reddito dell’industria dei giochi viene dalle vendite durante il periodo natalizio, i sostenitori credono che una dimostrazione decisa possa influenzare le politiche dell’industria. I promotori sostengono che in realtà i giochi costano poco più di 0,50 euro circa.

I promotori della campagna – che include un sacerdote, giornalisti e sviluppatori – hanno messo online il sito della campagna e una petizione in linea per aiutare la loro campagna per i videogames meno costosi costosi.

Musica
Parallelamente in un momento aspro nella battaglia della majors della discografia contro la diffusione senza controllo della musica in rete, suscita una notevole attenzione la decisione dei maggiori discografici americani di versare 67,3 milioni di dollari quale compensazione per aver tenuto artificiosamente in alto i prezzi dei CD in vendita nei negozi. (Per maggiori informazioni sulla diatriba fra majors e musica online: Giocano a rimpiattino! Piove sulle majors).

Il giorno del non acquisto
Al grido di “United We Spend? United Let’s Don’t” (“Uniti spendiamo? Uniti non lo facciamo”), Adbusters rinnova l’appuntamento e rilancia la campagna “Il giorno del non acquisto” per il 29 novembre: http://adbusters.org/campaigns/bnd/.

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