Sostenibilità

La battaglia degli OGM passa per il Brasile

Quando contadini dell'ovest della Francia e del sud del Brasile si incontrano, e decidono di vendersi della soia senza OGM. Ma com’è difficile...

di Redazione

Il 6 febbraio, all?indomani della chiusura del FSM, una barca partirà dalle coste dello Stato del Rio Grande do Sul. Direzione, Saint-Nazaire in Francia. Nelle sue stive, della soia. Banale. Ciò che è meno banale, è che questa soia sia senza OGM. Per arrivare a questo punto, i contadini brasiliani hanno condotto una lunga lotta. Con la complicità dei loro omologhi francesi. Tutto inizia banalmente nel 1998 quando una cooperativa di 7.000 piccoli produttori invita André Pochon, un agricoltore francese, famoso per avere sperimentato sistemi d’allevamento più economici e rispettosi dell’ambiente. Questo Bretone è accompagnato da un responsabile di cooperativa dell’ovest della Francia. Sul posto, discutono di OGM. Il dibattito imperversa in Francia e i produttori cercano di costruire settori senza OGM. Hanno bisogno della soia, spesso di quella brasiliana, ma la vogliono non transgenica. I contatti sono presi ed il presidente di questa grande cooperativa si reca in Francia nel 1999. È accompagnato dal nuovo segretario di Stato per l?agricoltura. Nel frattempo, lo Stato ha cambiato governatore: il nuovo Olivio Dutra (Partito dei lavoratori) proclama, senza mezzi termini, il Rio Grande do Sul ?senza OGM?. La guerra con le ditte agroalimentari, Monsanto e compagni, è ingaggiata: non conoscerà tregua. Quando la piccola storia si riallaccia alla grande Tra i Francesi e i Brasiliani, la cooperazione avanza a grandi passi. Un primo contratto che riguarda la consegna di 5000 tonnellate di soia “pulita” è firmato. Non sarà mai onorato, colpa del trasportatore. In seguito, Carrefour entra in ballo. Il grande marchio si è impegnato sulla vendita di prodotti non transgenici e cerca un settore d’allevamento senza OGM. Un gruppo di cooperative dell’Ovest, guidate dalla potente Cana, accetta di giocare la partita. Alla fin fine, Carrefour si impegna con dei potenti agricoltori dello Stato di Goias (centro). L’argomentazione principale del rifiuto di Carrefour dipende dalla vicinanza di Rio Grande do Sul all’Argentina dove i campi di coltivazioni transgeniche sono numerosissime. I rischi di contaminazione sono reali ed il contrabbando sarebbe organizzato direttamente da Monsanto. Verità o menzogna? Certamente tutte e due! Certo è che le riflessioni continuano. Uno studio finanziato dal Ministero di Dominica Voynet aveva confermato l’interesse dei contadini dello Stato per questo tipo di soia. La Cana (Loire-Atlantique) che nel frattempo aveva contrattato con una cooperativa di produttori familiari del Paranà (sud del Brasile), si è impegnata a comperare della soia di Rio Grande do Sul che partirà, per la prima volta per la Francia, questo 6 febbraio. Questa storia potrebbe riallacciarsi alla grande storia, quella che si giocherà in Brasile tra sei mesi. La battaglia tra Lula (PT) ed il successore di Cardoso, l’attuale presidente, riguarderanno anche la coltivazione degli OGM, attualmente bloccata con decisione di giudiziaria. “Il Brasile ne vuole, mentre il nostro Stato li rifiuta”, spiegava un deputato del PT in occasione di un seminario del FSM, organizzato congiuntamente da contadini brasiliani e francesi. C?è da scommettere, vista la determinazione di questo piccolo angolo del sud del Brasile, che la soia certificata senza OGM spiccherà il volo.


Traduzione di Valentina Casiraghi

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Articolo originale: La bataille des OGM passe par le Brésil


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