Elezioni regionali
La Basilicata punta tutto sul campo largo dell’astensione
A meno di una settimana dalla presentazione delle liste elettorali, finalmente si conoscono i candidati presidenti alla Regione. Ma intanto la grottesca querelle sulle candidature, ha tenuto nascosti i programmi e i problemi, alimentando la disaffezione degli elettori alle urne
Dopo Sardegna e Abruzzo, quello lucano sembra il turno dello spareggio. Un voto cruciale per definire i futuri rapporti tra le coalizione nelle prossime tornate elettorali, dice qualcuno. Altri addirittura parlano di Ohio italiano, ma viste da vicino le guerre intestine alle segreterie di partito, appaiono più simili ai dispetti e alle urla soffocate tra cugini serpenti, al funerale dello zio ricco. Una regione al bivio, tra il definitivo spopolamento e il rilancio di un nuovo modello di sviluppo, piena di contraddizioni e opportunità, ma che spreca mesi ad arrovellarsi su nomi e candidature, dimenticando i problemi.
Se l’astensione è amica
Con poco più di 500mila elettori (come in un quartiere di Napoli) i protagonisti della vita politica regionale sono una manciata. Nelle cronache ufficiali sono chiamati attraverso le sigle di importanti partiti, ma nella regione posta al cuore del Mezzogiorno, si tratta dei soliti cognomi noti, che di tanto in tanto spostano il loro gruzzolo di voti alla bisogna. Forse è anche per questo che qui non si è mai sentito il bisogno di leader carismatici e visioni convincenti, basta sapere come si muovono i principali potentati. E mentre le antiche clientele vanno svuotandosi, per garantire uguale peso specifico ad ogni consorteria in gioco, cavalcare l’onda dell’astensionismo sembra l’unica mossa intelligente. Si spiega solo così l’assenza quasi unanime di un confronto sui temi.
Già nelle precedenti elezioni regionali del 2019 partecipò al voto poco più del 50% degli aventi diritto. L’astensione, l’assenza, rischia di essere così il paradigma di sviluppo (o di sottosviluppo) di una regione che punta tutto sulla spartizione dei proventi derivanti dallo sfruttamento delle sue risorse naturali (petrolio in primis). Dai bonus benzina del centrosinistra, ai bonus energetici dell’ultimo governo di centrodestra (bollette gratis per tutti). Quando la strategia è spartirsi il bottino, meno si è, più si guadagna: è questa la misura dello sviluppo lucano? È così che la Basilicata conquista un altro podio: è lucano infatti il record italiano di comuni in via di spopolamento (90 su 131). La logica del meno siamo meglio è sembra far gola a tanti in Basilicata, dai dati sull’affluenza fino ai giroconti delle royalties del petrolio.
I nomi
Ad un mese dall’appuntamento del 21 e 22 aprile che chiamerà i lucani al voto, sono finalmente stati definiti i perimetri delle coalizioni e i nomi dei candidati presidenti. Il centrodestra conferma alla guida l’attuale presidente Vito Bardi, con il recente sostegno anche di Italia Viva e Azione. Mentre il centrosinistra, a guida Pd e M5s, ha appena annunciato la candidatura di Piero Marrese a presidente della Regione. Sembra confermata la candidatura dell’imprenditore sociale Angelo Chiorazzo con la lista civica Basilicata Casa Comune, inizialmente sostenuto dal Pd lucano e infine scaricato. Corre da solo anche Eustachio Follia, con il partito paneuropeo Volt.
Quattro candidati presidenti, il tanto ricercato campo largo del centrosinistra ridotto ad un modesto orto di comunità, e il centrodestra che allarga le sue maglie anche a chi fino a ieri prometteva fuoco e fiamme contro le scelte dell’attuale governo regionale. Ma dei temi e dei programmi, è davvero difficile dare conto.
Basilicata in fuga
VITA poco meno di un anno fa ha dedicato un’inchiesta alla Basilicata, per la collana Geografie Meridiane. Basilicata, il sociale in fuga, questo il titolo scelto per il Focus Book lucano, racconta senza sconti la crisi del Terzo settore e non solo, in una regione che si va svuotando. Ricca di risorse naturali, ma sempre meno di fiducia nel futuro. Così mentre vanno via i giovani, ma anche gli anziani e i migranti, c’è chi prova ad essere leva reale di cambiamento, alimentando esperienze di innovazione sociale uniche nel panorama nazionale. È il caso di 7 esperienze di successo raccontate nel Focus book, in parallelo alla presentazione dei dati aggregati. Occorre ripartire da loro, da queste esperienze, si scriveva nell’inchiesta, per far ripartire la Basilicata.
Foto in apertura di Rudy and Peter Skitterians da Pixabay
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