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La Basaglia non si tocca

Associazioni compatte contro il progetto di riforma presentato da Carlo Ciccioli

di Luca Zanfei

“Non c’è alcuna necessità di riscrivere la legge 180”, il senatore Pd Ignazio Marino ribadisce il concetto più volte espresso sul “tema salute mentale” e indirettamente rassicura tutte le principali  associazioni di categoria – tra le altre Legacoopsociali, Unasam, Forum Salute Mentale, Cgil – accorse al convegno “Cosa (non) serve alla salute mentale” organizzato oggi a Roma in occasione della riedizione del volume di Peppe Dell’Acqua “Fuori come va? famiglie e persone con schizofrenia – manuale per un uso ottimistico delle cure mentali”. Dette dal presidente della Commissione di inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, quelle poche parole suonano come una sonora bocciatura al testo fortemente voluto dal vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera, Carlo Ciccioli e presentato tra le polemiche al convegno “Andare oltre la legge 180 nella direzione dei pazienti e delle loro famiglie”, organizzato dal centrodestra.

Poco digerite da tutti i difensori della legge Basaglia sono infatti i passaggi del testo che fanno riferimento all’istituzione di un trattamento sanitario obbligatorio di sei mesi rinnovabili da poter effettuare anche presso le cliniche private (oggi il Tso dura 7 giorni, rinnovabili, ed è appannaggio esclusivo delle strutture pubbliche). Una proposta che invero ha già ricevuto il niet dello stesso Ministro della Salute, Ferruccio Fazio proprio durante il convegno organizzato dal centro destra “Allo stato attuale il governo non ravvede la necessità di proporre l’istituzione del trattamento sanitario prolungato”, ha detto, scatenando le ire delle associazioni di genitori invitate e dello stesso Ciccioli “si tratta di una legge di iniziativa parlamentare e pertanto il ministro può andare anche in minoranza”, si è affrettato a precisare.

Oggi Marino ritorna sul merito. Una proposta del genere “in concomitanza con il taglio di 10 miliardi di finanziamenti alle regioni  – spiega il senatore Pd – diventa il presupposto per affidare tutto il settore al privato accreditato e in questi anni ho visto situazioni degradanti in quelle zone dove il privato la fa da padrone”. Parole salutate con soddisfazione da tutti i partecipanti al convegno che, come prevedibile rincarano la dose.

Di “pagliacciate” parla la presidente dell’Unasam Gisella Trincas, riferendosi all’iniziativa di ieri voluta da Ciccioli, “stasera avremo un’audizione alla commissione affari sociali del senato – annuncia – e li andremo a ribadire il nostro no alla revisione della legge 180”. Perché il vero problema del sistema di presa in carico dei pazienti psichiatrici “non è la 180 ma il deficit di programmazione territoriale”.

Un problema che per Girolamo DiGilio, vice presidente dell’Unasam e autore di numerosi libri e saggi sul tema, è da attribuire a un deficit culturale ed etico. “Dopo anni di conquiste, l’ultimo decennio è caratterizzato da un’involuzione del modo di intendere la cura del disagio mentale – spiega – Si sta ritornando a un’idea di istituzionalizzazione, una nuova manicomialità e su tutto questo incombe la minaccia di un Tso prolungato”. Per questo motivo “non può bastare la nostra presenza – continua – anche la politica deve fare la propria parte perché il benessere psichico deve essere al centro di un progetto di sviluppo della società.

Ma finora il messaggio inviato dalle istituzioni non è incoraggiante “i diversi tentativi di rilettura della legge 180 – spiega il presidente del Forum salute Mentale, Giovanna Del Giudice – dimostrano una preoccupante ignoranza sul tema. Si guarda all’altro come nemico e si ritorna all’idea di un controllo sociale come mission della psichiatria”. E sulla responsabilità della politica insiste anche Luigi Bettoli  del gruppo di lavoro nazionale sulla salute mentale di Legacoopsociali, “Ci sono delle linee guida firmate da tutti i presidenti di regione sia di destra e di sinistra  – afferma – Dovremmo allora chiederci il perché solo in pochissimi le hanno adottate”.

E allora il problema non è rivedere la filosofia della 180, anzi “la 180 dovrebbe essere patrimonio dell’umanità – provoca il presidente di Psichiatria Democratica, Luigi Attenasio – L’idea di queste nuove tendenze revisioniste è quella della re-istituzionalizzazione. Si pensa che la salute mentale e il disagio sociali possano essere affrontati come un mero problema di sicurezza. Con la Ciccioli si mina la nostra libertà”.


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