Sostenibilità

La Banca europea non finanzierà più il nucleare a Est

Esultano gli ambientalisti

di Gabriella Meroni

Ieri in tarda serata il governo ucraino ha comunicato al Consiglio dei Direttori della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo di rinunciare al prestito per il completamento dei due reattori di Khmelnitsky2 e Rivne 4. Il progetto aveva ricevuto l’approvazione preliminare un anno fa, per le pressioni del Presidente Kuchma, che aveva legato all’ottenimento del prestito la chiusura degli impianti di Chernobyl.

Secondo gli Amici della Terra Europei e CEE Bankwatch, i due network che hanno guidato la campagna in questi anni, il progetto sarebbe stato disastroso per l’Ucraina e un immeritato regalo per l’industria nucleare occidentale. “Ora finalmente il Governo ucraino ha dovuto ammettere di non essere in grado di accettare le condizioni minime, finanziarie e di sicurezza, che il prestito comportava. Il suo sistema energetico e industriale semplicemente non può permettersi K2 R 4, come noi abbiamo sempre sostenuto” osserva Laura Radiconcini, vice presidente degli Amici della Terra – Italia.

La cancellazione del progetto rende ancora più importante l’intensificazione dell’impegno delle istituzioni finanziarie internazionali nel settore energetico di quel paese. “chiediamo che la BERS e la Banca Mondiale diano piena applicazione al Piano di efficienza energetica predisposto nel 1998 e non ancora attuato”, ha dichiarato Antonio Tricarico della Campagna per la riforma della Banca Mondiale (CBRM).

Tuttavia il rischio nucleare non è ancora del tutto sventato, dato che c’è una trattativa in corso con la Russia per finanziare i due reattori. Trattativa che però il ritiro della BERS rende fortunatamente più difficile.

Gli ambientalisti ritengono che la BERS debba avere un ruolo importante nelle questioni di sicurezza nucleare e di chiusura di centrali vecchie e pericolose, ma che la costruzione di nuovi reattori debba essere esclusa dalla loro politica energetica. Inoltre, la Banca potrebbe occuparsi della gestione di un fondo speciale per il controllo dei materiali radioattivi in varie località dell’ex URSS (sottomarini nucleari, siti di stoccaggio etc..) . Infine, la promozione del nucleare nell’Est europeo con fondi pubblici deve cessare anche da parte di altre istituzioni finanziarie. Per questo Amici della Terra e CBRM chiedono con insistenza al governo italiano di dire no al sostegno, tramite il credito all’export, alla costruzione del reattore nucleare di Cernavoda in Romania, che vedrebbe la partecipazione dell’Ansaldo.

Amici della Terra (FoE Italy)
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Fax 68308610
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