Welfare

La badante? In Germania si comincia a pagarla appena nati

Dal 1995 nel paese della Merkel è in vigore per tutti i cittadini l'obbligo di stipulare un'assicurazione, privata o pubblica, che garantisca assistenza di lungo periodo in caso di perdita dell'autonomia. Un'idea esportabile anche in Italia, almeno secondo l'Associazione Luca Coscioni. Ma il ministro Lorenzin non risponde...

di Gabriella Meroni

Sono 2,2 milioni i tedeschi non autosufficienti che ogni giorno dipendono dall’assistenza continua; di questi, circa 0,71 milioni vivono in istituti e/o ricoveri, mentre gli altri, circa 1,46 milioni, sono assistite in casa: se ne occupano i familiari, i vicini, gli assistenti volontari e gli assistenti professionisti. Ma la famiglia non spende neppure un euro, perché tutti, in Germania, sono tenuti ad assicurarsi proprio contro la possibilità di perdere l’autonomia e quindi hanno diritto all’assistenza “per infermità” a casa oppure in istituto.

Una situazione che secondo l’associazione Luca Coscioni è la chiave per risolvere l’emergenza non autosufficienti in Italia: quasi tre milioni di persone – disabili gravi, malati di Alzheimer, “grandi vecchi” – che secondo l’associazione, che ha lanciato la proposta nel seminario “Dalla non autosufficienza alla vita indipendente” tenutosi a Roma, potrebbero trarre beneficio da una sorta di “Pflegeversicherung” italiana. La Pflegeversicherung è un’assicurazione, appunto, obbligatoria e pubblica finanziata con il metodo contributivo; chi sceglie di non sottoscriverla e di stipulare una polizza privata, è comunque tenuto a informare lo Stato di aver provveduto in proprio, presentando un documento che attesti l’esistenza del contratto assicurativo contro l’infermità equivalente con un ente privato. L’obbligo di assicurazione è scattato per i cittadini tedeschi l’11 gennaio 1995, e la polizza scatta in automatico quando chiunque si trova nella condizione di avere bisogno di un aiuto «notevole e costante», prevedibilmente per almeno sei mesi, nello svolgimento dei compiti abituali del vivere quotidiano, in base a quattro parametri: l’igiene, l’alimentazione, la mobilità e la gestione della casa.

Destinatari della proposta il Parlamento, il governo e i partiti che, in vista delle elezioni politiche ormai non lontane dovrebbero esaminare a fondo questa tematica e presentare precisi programmi di intervento, quantificando la risorse necessarie e indicando i mezzi di copertura finanziaria. Copertura della spesa relativa? Per l’associazione, recuperando parte dei 150 miliardi di evasione fiscale.

A conclusione del seminario, il Ministro Lorenzin non ha “aperto” alla proposta, ma ha sottolineato la necessità di risorse aggiuntive – per affiancare quanto già previsto nei nuovi LEA e nel piano nazionale per la cronicità – e di politiche di prevenzione delle malattie mentali. «Iniziative come la vostra – ha aggiunto invece la Presidente della Camera Laura Boldini – sono rilevanti proprio perché pongono all’attenzione della collettività una condizione dolorosa e diffusa, che troppo spesso rimane invece confinata tra le mura domestiche». Una situazione che – in mancanza di importanti risorse dedicate – si aggraverà rapidamente per l’invecchiamento della popolazione: in Italia i “centenari”, che oggi sono 17mila, nel 2050 saranno 150mila.

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