Sostenibilità

L’1% del budget militare “stornato” per combattere la crisi idrica

E' la proposta lanciata oggi da Danielle Mitterand, che insieme ad Aminata Traore' ha partecipato a una manifestazione a Catania sul diritto all'acqua

di Benedetta Verrini

”Per costruire le infrastrutture di acqua e di bonifica necessarie nei Paesi in via di sviluppo, basterebbe prelevare l’ 1 per cento del budget militare annuo per 15 anni”. Lo ha affermato Danielle Mitterrand, membro del Comitato internazionale per il Contratto mondiale sull’ acqua, partecipando a una manifestazione sul diritto all’ acqua promossa a Catania da Fiumara d’ Arte, assieme all’ ex ministro alla Cultura del Mali, Aminata Traore’. ”Quello sarebbe allora un budget per la vita e non per la morte” ha aggiunto la vedova del presidente francese. ”La violenza e la guerra in atto – ha sostenuto l’ ex ministro e scrittrice Aminata Traore’ – non sono altro che un aspetto e una conseguenza della politica di Globalizzazione. L’ Africa ne e’ un esempio: nonostante le sue ricchezze naturali il paese viene espropriato dalle logiche globalizzanti. Le donne sono le prime vittime perche’ non conoscono le leggi che passano sopra le loro teste”. “L’ acqua non e’ una merce che si puo’ vendere o comprare, ma e’ un diritto di tutti e come tale deve essere garantito a tutti, anche ai piu’ poveri. Per questo – ha concluso Danielle Mitterrand – stiamo portando avanti una battaglia affinché vengano attribuiti gratuitamente 40 litri di acqua al giorno ad ogni essere umano, fin dalla nascita”. Aminata Traore’ ha ribadito piu’ volte ”l’ importanza dei media per far conoscere le condizioni di sfruttamento del popolo africano e le ripetute e sistematiche violazioni dei diritti umani”. ”Paradossalmente – ha spiegato – l’ Africa e’ il continente piu’ povero proprio perche’ le sue enormi risorse vengono sfruttate da altri, a beneficio di altri. Oggi – ha aggiunto – io parlo dalla Sicilia in modo libero, ma in genere vengo sistematicamente censurata”. Presenti all’ incontro con i giornalisti anche Jean Luc Touly, presidente del Comitato francese per il Contratto mondiale sull’ acqua che ha parlato della sua esperienza di sindacalista e autore di un libro sugli intrighi delle multinazionali del potere e Rosario Lembo, segretario generale del Comitato italiano per il Contratto mondiale sull’ acqua, il quale ha sottolineato come la situazione dell’ Africa non sia molto diversa per certi aspetti da quella siciliana. ”Ho potuto notare – ha detto Lembo – che anche in Sicilia le amministrazioni locali stanno provvedendo a privatizzare le risorse primarie, per esempio affidando alle aziende municipalizzate la gestione delle risorse idriche. Noi dobbiamo contrastare questa tendenza, altrimenti nei prossimi anni saremo tutti costretti ad acquistare l’ acqua potabile”.


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