Cultura

L’ospedale degli alpini è in India? No a Bergamo

La denuncia del direttore Lucio Losapio: "Bloccati per giorni all’aeroporto senza un perché". Eppure è la migliore struttura mobile disponibile in Italia...

di Sara De Carli

All?aeroporto militare di Orio al Serio, alle porte di Bergamo, c?è un intero ospedale da campo che attende di decollare per il Sud-Est asiatico. è tutto pronto, fin dal primo istante. Manca solo un?autorizzazione, firmata dal Dipartimento della Protezione civile. Che dopo una settimana, non si capisce perché, ancora non è arrivato. L?ospedale da campo in questione è quello dell?Ana, l?Associazione nazionale alpini, ed è il più grande e il più efficiente ospedale da campo avioelitrasportabile disponibile in Italia. Venti shelter, una sala operatoria a tre moduli, unità radiologiche, cardiografiche, di farmacia e di analisi, il meglio della tecnologia diagnostica e terapeutica, quattro magazzini con materiale e attrezzature, cento posti letto a struttura completa. «In realtà i posti letto non sono la cosa più importante», spiega il dottor Lucio Losapio, direttore dell?ospedale. «Conta di più la tecnologia che portiamo e la professionalità dei nostri volontari. E il fatto che questo ospedale si adatta a qualsiasi tipo di emergenza». Una sessantina tra medici, infermieri e tecnici logistici sempre pronti a partire per lavorare gratuitamente nell?ospedale, tutti italiani. A rotazione, tre sezioni dell?Ana sono allertate 24 ore su 24, per offrire una gestione immediata dell?emergenza. Tra i 200 e i 300mila euro la cifra necessaria ogni anno per mantenere la struttura e garantire la tempestività dell?intervento. «Noi abbiamo segnalato immediatamente la nostra disponibilità al Dipartimento della Protezione civile», sbotta Losapio. «Ma non abbiamo ricevuto ancora alcuna indicazione. La disponibilità resta totale, anche se c?è una vena di disappunto». E dire che le condizioni per burocrazia snella in questo caso ci sarebbero davvero tutte: dal punto di vista tecnico l?ospedale è un fiore all?occhiello, la professionalità del gruppo di intervento medico chirurgico dell?Ana è accertata e la collaborazione tra gli Alpini e la Protezione civile è assolutamente consolidata. L?Ana infatti era in prima linea in Valtellina per l?alluvione del 1987, in Armenia per il terremoto del 1989, in Piemonte per l?alluvione, in Albania per l?operazione Arcobaleno, a Beslan nello scorso settembre. Eppure questa volta sono ancora, e inspiegabilmente, fermi ai box.


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