Non profit

L’offerta migliore vince ai punti

Partecipare alla gara non basta, occorre anche conoscere criteri e meccanismi che l’ente pubblico adotta per aggiudicare i servizi. E non sempre il prezzo più basso può essere la carta vincente per ag

di Redazione

L e organizzazioni non profit dipendono in forte misura dall?affidamento, da parte di enti pubblici, del compito di produrre ed erogare determinati beni e servizi. L?utilizzo, però, di risorse pubbliche impone alla Pubblica amministrazione di scegliere il partner privato attraverso procedure a evidenza pubblica, al fine di assicurare in primo luogo la concorrenza e l?imparzialità nella scelta. Delle diverse fasi del processo di affidamento di servizi, occorre approfondire gli aspetti legati alla definizione dei criteri di aggiudicazione e dei contenuti del capitolato, avendo già affrontato la scelta della tipologia del tipo di gara nell?articolo della scorsa settimana. L?ente pubblico fa acquisti La crisi che di recente ha coinvolto la Pubblica amministrazione le ha imposto di dover affrontare il contenimento della spesa pubblica e il recupero di efficienza. La soluzione è stata alternativamente ricercata dagli enti pubblici secondo due logiche differenti; la prima, finalizzata al miglioramento di singoli atti e processi; l?altra, alla razionalizzazione della gestione complessiva, attraverso il recupero della logica aziendale. Con riferimento alle procedure di acquisto, negli ultimi tempi ha prevalso la prima logica di intervento, peraltro giustificata da diverse esigenze: 1) lotta a comportamenti illeciti, che hanno assunto dimensioni allarmanti; 2) principio della trasparenza, che deve essere garantita dalla Pubblica amministrazione; 3) sostegno alla concorrenza. In relazione, quindi, ai criteri di aggiudicazione delle gare, cioè i criteri in base ai quali l?ente pubblico affida il servizio a una struttura privata, mentre la normativa precisa che gli enti possono aggiudicare i servizi unicamente al prezzo più basso e attraverso l?offerta economicamente più vantaggiosa,il concetto di economicità applicato a singoli atti/operazioni/ processi si è tradotto nella minimizzazione dei costi delle singole operazioni: la logica e i criteri aziendali che hanno guidato l?operato della Pubblica amministrazione sono stati improntati quindi all?utilizzo delle procedure di aggiudicazione di gara basate sul prezzo minimo. Il prezzo non è tutto Questa logica, che pur presenta elementi positivi, richiede tuttavia alcune riflessioni. Il prezzo, nonostante rappresenti la sintesi di altre condizioni, è solo una delle condizioni di scambio, ed è sempre meno globalizzante. Le gare di prezzo rispondono a criteri di efficacia solo per l?acquisto di beni e servizi strategicamente non rilevanti; quando si tratta di servizi, soprattutto a elevata valenza sociale e a elevato contenuto professionale, è più opportuno non effettuare gare secondo l?offerta economicamente più vantaggiosa Quanto più infatti diventano complessi i processi, tanto più è difficile ridurre la sintesi a un solo elemento. La modalità più idonea, di conseguenza, è quella dell?offerta economicamente più vantaggiosa, che tiene conto di un insieme di elementi diversi, effettuando una combinazione tra caratteristiche non di prezzo – qualità, merito tecnico, modalità di erogazione, assistenza tecnica, tempi di realizzazione, servizio post-vendita – e il prezzo stesso. Con questa modalità si possono coniugare le esigenze di qualità della collettività con quelle di bilancio degli enti pubblici. La convenienza economica Divengono elementi determinanti, per l?affidamento di beni e servizi a operatori privati, la qualità, il radicamento territoriale, la natura imprenditoriale, l?esperienza maturata, il merito tecnico, le caratteristiche estetiche e funzionali, il servizio successivo alla vendita, l?assistenza tecnica, il termine di consegna o esecuzione, il prezzo, la continuità del rapporto, la garanzia generale, la garanzia del prodotto. Il passo immediatamente successivo consiste nell?affidare il servizio all?offerta che risponde maggiormente a tali parametri, individuati dapprima nella delibera quadro e successivamente precisati nei capitolati o nel bando di gara. La finalità principale delle procedure a evidenza pubblica è quella di limitare quanto più possibile la discrezionalità del funzionario o della commissione di gara: elemento fondamentale per agire in questa direzione è ridurre l?ambito di valutazione discrezionale delle offerte; in altri termini, occorre fissare regole di valutazione delle offerte che rendano più possibile trasparente l?aggiudicazione della gara. Questo è automatico quando l?unica variabile che differenzia le offerte è il prezzo; in questo caso, la scelta del prezzo più basso è una regola immediata. Nel caso, invece, di aste aggiudicate secondo l?offerta economicamente più vantaggiosa, tale regola è inapplicabile ed è inevitabile che, nella valutazione dei diversi elementi, ci si debba rimettere alla valutazione soggettiva, quindi discrezionale, della commissione. La fase sicuramente più critica e delicata è quella relativa alla valutazione degli elementi che entrano in gara. Solo alcuni di essi hanno carattere oggettivo, esattamente come il prezzo, ed è quindi possibile che siano sottratti alla valutazione discrezionale della commissione, mediante l?imposizione di precise regole di valutazione. Dunque, per determinare correttamente l?offerta economicamente più vantaggiosa, è anzitutto necessario separare gli elementi di valutazione irriducibilmente soggettivi (come, per esempio, il valore estetico di un bene) da quelli oggettivi; quindi, per questi ultimi, è necessario limitare il più possibile la discrezionalità delle scelte, indicando precise regole di valutazione. Punti che pesano Il criterio utilizzato dalla Pubblica amministrazione per tener conto contemporaneamente di elementi per loro natura così diversi è assegnare valutazioni numeriche a ciascuno di essi, espressi nella stessa scala, e poi sommarle in modo da ottenere un unico indice numerico. A ciascuna offerta viene quindi associato, attraverso la procedura adottata, un punteggio e vince l?offerta che ottiene il punteggio più alto. Uno dei metodi più utilizzati è quello cosiddetto aggregativo-compensatore, che sostanzialmente consiste nel sommare tra loro le singole valutazioni, ponderate tramite opportuni pesi. Attraverso questo metodo, l?indice di valutazione dell?offerta a, che viene indicato con C(a), è dato dall?espressione: C(a)=(WiVi(a). Ogni singola caratteristica dell?offerta, cioè, riceve un valore numerico Vi(a) (coefficiente della prestazione dell?offerta i rispetto al requisito a). Questo assume valori compresi fra 0 e 1 e ciascuno di questi punteggi è quindi ponderato per il relativo peso Wi, che rappresenta il grado di importanza relativa di ciascuna caratteristica dell?offerta. Questi pesi vanno stabiliti in sede di progetto e devono essere indicati nel bando di gara, rappresentando quindi un dato immodificabile al momento della valutazione delle offerte. Invece, è la commissione aggiudicatrice che effettua l?attribuzione dei punteggi Vi(a) alle offerte pervenute. Tale metodo prevede una procedura puntuale di valutazione. In pratica, ciascun coefficiente riceve valori compresi tra 0 e 1 in proporzione lineare tra le diverse offerte, attribuendo coefficienti pari a 1 ai valori offerti più convenienti per l?amministrazione e coefficiente pari a 0 per quelli posti a base di gara (livelli minimi di accettabilità). In altri termini, presa la caratteristica quantitativa i, si attribuisce 1 al valore più conveniente riscontrato per questa caratteristica tra tutte le offerte ricevute e 0 al valore pari a quello a base d?asta: se si tratta del prezzo, si attribuisce 0 al prezzo a base d?asta e 1 al prezzo più basso tra quelli offerti. In conclusione, si può affermare che questo criterio punta a perseguire una duplice finalità: da un lato, garantire una valutazione per quanto possibile oggettiva e trasparente delle offerte pervenute alla Pubblica amministrazione; dall?altro, tenere in forte considerazione, nei criteri di scelta utilizzati, soprattutto per beni e servizi a elevato contenuto professionale e sociale, di elementi che permettano la scelta più idonea. (2. Fine. La prima parte è stata pubblicata su Vita della scorsa settimana)


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