Famiglia

L’italia scopre l’altra africa

Aperta una linea di impegno nella parte occidentale del continente. 17 milioni stanziati. Due basi operative aperte in Senegal e Burkina Faso

di Emanuela Citterio

La cooperazione italiana lancia un nuovo patto con l?Africa. E riparte dalle donne. Patrizia Sentinelli, viceministra per gli Affari esteri, lo ha annunciato in mezzo a un?assemblea composta da un migliaio di delegate arrivate da tutta l?Africa occidentale.

Ministre e rappresentanti della società civile che per due giorni hanno discusso di immigrazione, lotta alla povertà, salute, diritti delle donne e conflitti, a Bamako, in Mali. Al termine dell?incontro, dal titolo Le donne protagoniste: dialogo fra i Paesi dell?Africa occidentali e la cooperazione italiana, la Direzione generale della cooperazione allo sviluppo (Dgcs) ha annunciato lo stanziamento di 15 milioni di euro nel 2007 per un programma di cooperazione in Africa occidentale che partirà proprio dal sostegno all?iniziativa delle donne.

Direzione ovest

Parla di un «segnale forte» il direttore generale della cooperazione, Alain Economides: «Con questa scelta l?Italia aumenta di dieci volte l?investimento per lo sviluppo in quest?area dell?Africa, dove finora siamo stati poco presenti». Un impegno che ha anche un significato politico, se si pensa che uno stanziamento di entità analoga l?Italia lo ha riservato finora per zone di particolare crisi come il Libano e l?Afghanistan. «Non c?è dubbio che l?Italia deve ripensare la propria politica internazionale e il dialogo con l?Africa è fondamentale», ha detto Patrizia Sentinelli a una platea che risaltava per i colori e l?eleganza delle donne delegate a rappresentare i propri Paesi. La viceministra ha fatto presente che «anche il governo precedente ha portato avanti iniziative per l?Africa, ma quello che è mancato finora è un vero programma politico di cooperazione, con delle priorità, e un nuovo metodo, quello che abbiamo inaugurato con questa conferenza».

Le priorità di quello che è stato presentato come un «piano d?azione per le donne in Africa» sono le stesse che hanno tenuto impegnate in quattro gruppi tematici le rappresentanti che hanno partecipato alla conferenza: iniziative di riconciliazione nei conflitti, microimprenditorialità femminile per combattere la povertà, diritto alla salute (che comprende la lotta a pratiche che violano il corpo come le mutilazioni genitali femminili), programmi per affrontare i problemi delle migrazioni. «Non si tratta di fare cooperazione per fermare chi vuole partire verso l?Europa», sottolinea la Sentinelli, «ma di favorire la libertà delle persone di progredire nel proprio Paese. Spesso chi emigra non ha scelta».

Due unità tecniche

In apertura della conferenza, il presidente del Mali, Amadou Toumani Touré ha anticipato la decisione dell?Unione europea di creare proprio nella capitale del Mali il primo Centro per le migrazioni in Africa, con lo scopo di legare cooperazione e politiche migratorie. «Il nuovo passo della cooperazione italiana vuole essere nuovo anche nel metodo», spiega la viceministra. «È ormai chiaro che quello basato sull?assistenzialismo crea dipendenza. L?alternativa è partire dall?ascolto, come abbiamo fatto qui a Bamako, favorire il protagonismo della società civile e cercare il contatto diretto con le comunità locali. In tutto questo le capacità che le donne in Africa stanno dimostrando di avere è fondamentale».

La Dgcs prevede di avviare entro l?anno una task force operativa centrata sul rafforzamento delle iniziative femminili, che lavorerà insieme alle due Unità tecniche della cooperazione già esistenti in Africa occidentale, quella di Dakar (Senegal) e di Ouagadougou (Burkina Faso). Il meccanismo prevede di versare i fondi alle due Unità, che a loro volta finanzieranno attraverso bandi progetti di organizzazioni locali. Ma anche di creare nuove ?antenne? della cooperazione italiana in Africa occidentale, ovvero rappresentanze in Mali, Mauritania e Sierra Leone.

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