Cultura

L’Italia contro le super-patate che fanno male

Secondo Greenpeace, il mais e la soia “mutanti” sarebbero già in vendita nei supermarket italiani

di Redazione

U n nuovo ?no? ai brevetti sulle super-piante e super-animali autorizzati recentemente dall?Unione europea. Questa volta a protestare sono il Wwf e il Comitato Scientifico Antivivisezionista, che hanno inviato nei giorni scorsi una lettera al presidente del Consiglio Prodi per sollecitarlo a ricorrere contro la direttiva europea che potrebbe provocare «gravi danni» all?umanità autorizzando la ?privatizzazione? di un patrimonio genetico che appartiene all?umanità.
«Ci appelliamo a lei», è scritto nella lettera delle associazioni, «affinché faccia riprendere in esame una direttiva sulla quale il Parlamento italiano in ben tre occasioni ha espresso parere contrario e per la quale il governo italiano si è astenuto dal voto nel Consiglio dei ministri europeo». Se la direttiva non verrà fermata potremo avere anche in Italia il mais resistente agli insetti e ai virus, la soia resistente agli erbicidi, la colza resistente all?ammonio glusofinato e il tabacco resistente al bromoxynil. Ma noi resisteremo? Già dal 1999 il super-mais potrebbe sbarcare in Italia, dato che sono trascorsi i 4 anni di sperimentazione prevista. Anche se, come nota Greenpeace, il mais modificato è già venduto nel nostro Paese, come la soia (sottoforma di lecitina), e le super-patate della Georgia, presenti sugli scaffali dei nostri supermercati sottoforma di ?chips?, patatine fritte. «Possono provocare gravi allergie» spiegano da Greenpeace. Oltre a danneggiare l?agricoltura dei Paesi in via di sviluppo, che sarà resa dipendente dalle multinazionali occidentali detentrici dei brevetti.
Per informazioni: Wwf, 06/844971.

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