Famiglia

L’investimento migliore? Far sorridere l’Africa

Consiglio da copertina dell’Economist

di Carlotta Jesi

La speranza di vita in Africa fa più notizia di quella su Marte. Parola del settimanale economico più prestigioso del mondo, l?Economist, che il 17 gennaio, in piena euforia da Spirit, ha dedicato la copertina e uno speciale di 14 pagine a una missione che, evidentemente, ritiene più importante di quella della Nasa. Una missione internazionale che ha intitolato: come far sorridere l?Africa.
Sorridere, e non recuperare il ritardo di sviluppo. O il Pil, o il potere d?acquisto, o il tasso di esportazioni o qualche altro indicatore economico da Economist. Che i suoi giornalisti siano impazziti? No, se si guarda con attenzione la copertina del settimanale: in primo piano c?è una bambina nera che sorride. E quel sorriso dice più di qualsiasi indicatore economico. Parla di speranza e di grinta. Due forze che sono sia la vera benzina dell?Africa, quella che può permetterle di migliorare Pil, esportazioni e potere d?acquisto, sia il primo segno tangibile che qualcosa nel Continente più inguaiato del mondo sta cambiando. A cominciare dalla democrazia (negli anni 60 e 70 nessun capo di governo era stato allontanato dal potere, dal 1980 è invece successo più di 18 volte) fino alla crescita di una stampa sempre più libera e indipendente, passando per i conflitti tra etnie e Paesi vicini che si stanno ricucendo.
Certo, rimane l?Aids. Rimangono campi, mucche e capanne di fango che senza un sistema di leggi e di diritti sono capitale morto difficile da far valutare. E rimangono aiuti stranieri che, come ha sottolineato il presidente dell?Uganda, Yoweri Museveni, «senza la sospensione delle barriere commerciali all?export africano rimangono una ninna nanna per bambini». Ma il viso allegro sulla copertina dell?Economist dimostra che far sorridere l?Africa non è una missione impossibile. Oggi c?è una speranza, più interessante ed economicamente rilevante di quella che guida la missione su Marte.

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