Non profit

L’ingorgo sociale

800 euro al primo figlio, reddito di ultima istanza, misure di sostegno ai non autosufficienti. Il governo mette sul piatto tante promesse.

di Redazione

Se il buon governo si facesse con gli annunci, la politica sociale dell?esecutivo sarebbe da primo della classe. E invece la delusione è il sentimento che accomuna le realtà più rappresentative del Terzo settore italiano dopo la lettura del Documento di programmazione economico e finanziaria. “Generico e vago”, sono gli aggettivi scelti da Luisa Santolini, presidente del Forum delle associazioni familiari, per commentare il documento di programmazione, ma descrivono un malessere esteso che va dalle Acli al Forum del Terzo settore, passando per Federsolidarietà e Compagnia delle opere. “Si ha la sensazione”, afferma Luigi Bobba, presidente nazionale delle Acli, “di un governo incapace di stabilizzare la rotta su obiettivi determinati, anche se riconosco che il Dpef lascia la porta aperta ad alcuni spunti positivi, dagli 800 euro per il mantenimento del primo figlio alla tassa di scopo per gli anziani non autosufficienti. Ma l?impressione è che si tratti di singole misure, spesso sfilacciate e talvolta frutto dell?improvvisazione o dell?emergenza”. Il cahier de doleance non è breve e affonda le radici nel novero delle promesse disattese. La maggior parte delle quali sono contenute nel Libro Bianco sul Welfare, un documento che poteva servire da stella cometa per disegnare il sistema sociale del futuro e che invece è rimasto nel cassetto al momento della stesura del Dpef. “Che fine hanno fatto le parole del ministro Maroni che ha definito la famiglia il migliore e più economico ammortizzatore sociale?” si chiede la Santolini. Le fa eco Vilma Mazzocco, presidente di Federsolidarietà, che si dichiara “rammaricata dalla mancanza di un passaggio dedicato alla cooperazione sociale” e indica nella leva fiscale (“deducibilità delle donazioni e sostegno all?autosufficienza delle persone con disabilità”) e nella “conferma degli 1,5 miliardi di euro del fondo sociale”, le fondamenta su cui il governo potrà costruirsi una nuova credibilità. Edo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo settore, alza le barricate all?ipotesi che il governo possa ancora tagliare i trasferimenti agli enti locali (“il 70% della loro spesa finisce nel capitolo servizi sociali”) e ricorda come i disabili e le loro famiglie aspettino ancora un segnale “anche perché, e spero che nessuno l?abbia dimenticato, stiamo celebrando l?Anno europeo delle persone con disabilità”. Il Terzo settore deluso “Per l?Associazione dei lavoratori cristiani questo governo manca di visione”, attacca un disorientato Bobba, “non vedo un filo di continuità che colleghi il Libro Bianco a questo Dpef e alla prossima Finanziaria”. Sulla stessa lunghezza d?onda si colloca anche Massimo Ferlini, presidente della Cdo lombarda: ” Siamo stati i primi ad applaudire quando si è provveduto alla flessibilizzazione del mercato del lavoro”, osserva Ferlini, “poi però hanno dimenticato di dare seguito alla riforma del sistema di sicurezze sociali”. Neppure la considerazione, peraltro condivisa, che il contesto economico mondiale non agevola il compito del governo intenerisce la sfiduciata platea del Terzo settore. “Non avendo affrontato per tempo la congiuntura”, continua Bobba, “nel portafoglio sono rimasti pochi euro; questo non toglie che se il governo ci presentasse un piano sociale ben definito, con obiettivi chiari, le parti sociali e il Paese intero risponderebbero positivamente, tenendo la testa sulle spalle, come gli anni della rincorsa all?euro hanno dimostrato”. Patriarca rincara la dose ricordando che la politica della parola data e poi dimenticata ha coinvolto anche la sfera internazionale (“i fondi per la cooperazione ci stanno scomparendo dalle mani, dopo che il governo aveva assicurato, anche nelle assise mondiali, un aumento delle risorse”) e l?ambito economico finanziario (“la legge sull?impresa sociale sta marcendo nei cassetti della Commissione giustizia della Camera da oltre un anno”). “Ho la sensazione”, conclude il portavoce del Forum del Terzo settore, “che questo governo non sia in grado di individuare delle priorità e di portarle a compimento, e la vicenda del tanto invocato e lodato Libro Bianco ne è la conferma”. Forse, però, tanto scoramento un risultato lo ha prodotto: Grazia Sestini, sottosegretario al Welfare, dà una notizia a Vita: “la convocazione del tavolo di confronto con le parti sociali proprio sul Libro Bianco sarà a breve”. L?ennesima promessa o il primo mattone per la costruzione di un nuovo sistema di Welfare?

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