Volontariato
Lidea di don Ciotti: salvare i clienti
Il fondatore del Gruppo Abele contrario al carcere per chi va con le prostitute. E a Reggio Emilia, un telefono amico (di Silvia Alparone)
di Redazione
Un giro d?affari che supera i 2.500 milioni di euro, più di 9 milioni di clienti, 50mila ?lavoratrici? in Italia e oltre 500mila nella Ue. Che, oltre dalla moneta unica, appare unita anche dalla prostituzione. Un dramma reale a leggere gli ultimi dati della Comunità Papa Giovanni XXIII di don Benzi. Soprattutto per le prostitute, schiave costrette a lavorare minimo 12 ore e il cui ?prezzo di mercato? si aggira attorno ai 6mila euro.
Tra le proposte di legge per risolvere il problema c?è quella di chi vorrebbe colpire con durezza, oltreché sfruttatori e prostitute, anche i clienti e con pene detentive. Sull?argomento è intervenuto il Gruppo Abele, con un punto di vista non convenzionale.
«Criminalizzare il cliente delle prostitute è un atto inutile e pericoloso: la legge non può intromettersi nelle relazioni interpersonali, intervenendo su dinamiche che non provocano alcun danno sociale». Così don Ciotti, fondatore e presidente dell?associazione torinese, ha concluso una serie d?incontri, organizzati assieme alla Caritas, che a Reggio Emilia ha attivato un telefono amico per i pentiti del sesso a pagamento. Il Gruppo Abele prende posizione rispetto a quanti suggeriscono il carcere per i clienti delle prostitute. «Tra gli agenti del fenomeno», spiega don Ciotti, «l?attenzione va sempre alla prostituta o allo sfruttatore, raramente al cliente». E questi talvolta è assolto, come libero fruitore di un?opportunità che la comunità gli offre, altre volte è demonizzato come causa prima dell?esistenza di un problema sociale. Comunque sia, il cliente costituisce la domanda e, quindi, merita attenzione. Ma tracciarne l?identikit non è facile.
«Tra i consumatori del sesso a pagamento», spiega Luisa Leonini, sociologa, «ci sono uomini sposati, giovani universitari, affermati professionisti. Tutti cercano dal rapporto con la prostituta, una rassicurazione: pagando si è certi di non essere rifiutati né giudicati. In un mondo sessualmente più libero la prostituzione aumenta perché il maschio è in crisi ed è alla ricerca di una sicurezza che le donne che lo circondano non sono più disposte a dargli».
La condanna del cliente si attenua però se si tiene conto di altri elementi. Primo fra tutti la solitudine: «Che è assai marcata», sottolinea don Ciotti, «e accompagnata da un tale vuoto di valori che l?individuo è spinto a rivolgersi al mercato per risolvere il suo bisogno di relazione, la sua crisi di identità maschile, l?assenza di affettività».
Info
www.parliamoneinsieme.it
è stato realizzato dalla Caritas di Reggio Emilia per i clienti ?pentiti? delle prostitute. Al numero telefonico 0522.513300 rispondono psicologi ed esperti.
Si tratta di un servizio completamente gratuito che garantisce la massima riservatezza, attivo ogni lunedì e giovedì dalle 18,30 alle 20.
Il servizio disponde anche di una casella di posta elettronica:
info@parliamoneinsieme.it
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