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L’idea di 450 contadini ugandesi. L’assicurazione fa più buono il caffè

Finanza al servizio dei Paesi poveri. Una banca olandese vende futures a una cooperativa africana. Speculazione? No. Combattono insieme il crollo del prezzo del caffè.

di Carlotta Jesi

Il miglior modo di combattere il dumping? Stipulare un?assicurazione contro i suoi effetti, a cominciare dal crollo dei prezzi di caffè, cacao, mais e altri prodotti agricoli. È la soluzione che stanno sperimentando 450 produttori di caffè ugandesi. Non potendo agire direttamente contro la politica di sussidi all?agricoltura di Stati Uniti e Unione europea, che tra il 2001 e il 2002 ha fatto crollare il prezzo del caffè al livello di 40 anni fa riducendo in povertà 25 milioni di agricoltori, hanno provato a ridurne l?impatto assicurando la loro produzione di Arabica presso la banca cooperativa olandese Rabobank. Questi i termini dell?accordo: l?Union Expert Service, il consorzio di cooperative cui appartengono i produttori, fissa un prezzo minimo per l?Arabica e acquista diritti di vendita che fa valere se il prezzo del caffè crolla sotto la soglia minima. Se il mercato invece sale, i produttori vendono a un prezzo più alto riassorbendo i costi sostenuti. 5 milioni di possibili utenti Per gli agricoltori occidentali è una normale operazione di commodity risk management che garantisce un ritorno finanziario minimo in una singola stagione di raccolto. Per i 450 contadini ugandesi e per i 5 milioni di loro connazionali che vivono di caffè, invece, è una novità assoluta e una grande opportunità: un ritorno sicuro sulla vendita di Arabica (che oggi vale 84 cents al chilo) consente, infatti, ai suoi produttori di pianificare nuovi investimenti e di ottenere prestiti con cui acquistare sementi e prodotti per diversificare il raccolto. L?impatto di un?operazione del genere replicata su larga scala nel Sud? Difficile dirlo. Di certo c?è che 50 Paesi poveri oggi dipendono da tre prodotti agricoli, soggetti a grandi fluttuazioni di prezzo, per più della metà delle loro entrate. E che i Paesi altamente indebitati, produttori del 20% del caffè del mondo, stipulando assicurazioni anti dumping potrebbero avere più chance di ripagare i loro creditori. Ma il vero indicatore delle potenzialità di queste assicurazioni sulla volatilità dei prezzi è che a sponsorizzarle oggi è la Banca mondiale. Task force mondiale L?accordo siglato tra Rabobank e la cooperativa ugandese Union Expert Service, infatti, è una case history di successo della sua Task force on commodity risk management in developing countries. Una partnership tra istituzioni pubbliche, private, produttori ed economisti che dal 1999 studia il modo di introdurre progetti sostenibili di commodity risk management nei Paesi poveri, riducendo la distanza che oggi separa i venditori di prodotti finanziari derivati, come l?assicurazione di Rabobank, dai milioni di contadini del Sud del mondo. E se invece di combattere le conseguenze delle fluttuazioni di prezzo la Banca combattesse i troppi sussidi all?agricoltura occidentale e la liberalizzazione a senso unico dei mercati del Sud che le causano? A questa domanda, sul portale internet, gli esperti della Task force sul commodity risk management rispondono che la liberalizzazione dei mercati non è in discussione. Arabica protetta in Nicaragua La loro strategia è un?altra. Primo: promuovere l?utilizzo di strumenti finanziari di gestione del rischio fra i piccoli produttori dei Paesi poveri. Secondo, individuare in quei Paesi dei Local transmissions mechanism: enti pubblici, cooperative, associazioni o compagnie private che riuniscano il maggior numero possibile di agricoltori, e quindi di prodotto da vendere, per poi stipulare assicurazioni simili a quelle di Rabobank. Terzo: svolgere un ruolo di intermediazione tra gli enti che offrono prodotti finanziari di gestione del rischio e i Local transmissions mechanism. I risultati pratici di questa strategia? La Banca mondiale la sta sperimentando con progetti pilota in vari Paesi poveri tra cui il Nicaragua dove come Local transmission mechanism ha individuato due cooperative di terzo livello, Prodecoop e Cecocafen, che raggruppano 3.500 produttori e portano sul mercato circa 50mila quintali di Arabica. Entrambe le cooperative sono inserite nel circuito del commercio equo cui ciascuna destina il 70% della sua produzione, ma hanno deciso di assicurare il caffè venduto sul mercato tradizionale che, a differenza di quello destinato al commercio equo, è soggetto a fluttuazioni. Il premio che gli agricoltori pagano per assicurare l?Arabica lanciata sul mercato tiene però conto dell?intera produzione venduta in modo che il costo unitario per ciascun produttore diminuisce. Info: Per saperne di più e conoscere le esperienze già in atto: ITF Commodity Risk Management Rabobank International Le istruzioni della Banca mondiale Ecco come ci si assicura Sul sito web ITF Commodity Risk Management la Banca Mondiale consiglia questa assicurazione a una cooperativa che voglia proteggere 3mila tonnellate di cacao. Termini del contratto Volume di cacao da assicurare: 3mila tonnellate, da vendere 6 mesi dopo. Prezzo di riferimento: la quotazione dei futures sul cacao alla Borsa di New York: 1.030 dollari a tonnellata, meno 500 dollari a tonnellate (differenza base che tiene conto del trasporto, delle tasse di esportazione del cacao). Prezzo minimo richiesto: 530 dollari a tonnellata. Premio: 51 dollari a tonnellata. Impatto sui produttori Se, al momento dela vendita, il prezzo del cacao è crollato a 400 dollari a tonnellata, la cooperativa chiede una compensazione di 130 dollari a tonnellata. I singoli produttori ricevono quindi il prezzo di mercato più l?assicurazione di 130 dollari a tonnellata meno l?ammontare del premio assicurativo e degli oneri accessori. Se il prezzo non crolla, invece, non viene reclamata alcuna assicurazione.


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