Volontariato
LEuropa si sveglia e apre i rubinetti
Ai Paesi dellarea africana, caraibica e pacifica 14,6 miliardi di Ecu. Ma servono a finanziare i progetti per gli anni Novanta.E a settembre già si discuteranno gli aiuti per il nuovo millennio
Meglio tardi che mai, devono aver pensato l?Africa, i Caraibi e i paesi del Pacifico quando hanno visto arrivare i finanziamenti allo sviluppo dell?Unione Europea. Con tre anni di ritardo rispetto alla data prevista. I 14,6 miliardi di ecu comunitari che dovevano servire a finanziare progetti di sviluppo per il decennio 1990-2000, sono stati distribuiti ai Paesi interessati solo nel giugno del 1998.
Perché? La storia dei rapporti di collaborazione tra Comunità Europea e Paesi dell?area africana, caraibica e pacifica (Acp) inizia nel 1975 quando, nella capitale del Togo, venne firmata la prima Convenzione di Lomé. Con essa gli allora nove stati membri della Cee si impegnavano a sostenere lo sviluppo dei 46 paesi Acp istituendo un Fondo Europeo per lo sviluppo (Fed).
Da allora, la convenzione è stata ?aggiornata? ogni cinque anni, i firmatari europei sono diventati 15, quelli dei paesi Acp 70 e l?oggetto dei finanziamenti è cambiato a seconda del momento storico e del budget disponibile.
Il Fed è stato infatti utilizzato per ?pagare i danni? lasciati dal colonialismo (Lomé I e II del 1975 e 1980), per sviluppare l?agricoltura e la produzione di cibo (Lomé III del 1985) e per sostenere le politiche di sicurezza sociale (Lomé IV del 1990).
Non dipendendo direttamente dalle risorse dell?Unione Europea, l?entità del Fed varia a seconda delle donazioni degli stati membri che vengono rinegoziate a ogni nuova edizione della Lomé. A questo è dovuto il ritardo: si pensi che per decidere quanti soldi ciascun membro della Comunità Europea avrebbe dovuto mettere a disposizione del Fondo per lo sviluppo dal 1990 al 2000, ci sono voluti tre anni.
In origine, infatti, la Lomé IV doveva coprire un arco di tempo di dieci anni, ma il suo budget e, dunque anche il Fed, sono stati revisionati a metà percorso con la Lomé IV bis (1995-2000).
La ratifica di quest?ultima versione della convenzione e del Fed che l?accompagna non è stata facile: ci sono volute la firma di almeno due terzi dei paesi Acp e di tutti i 15 stati comunitari che non hanno accettato facilmente le nuove, onerose, quote e condizioni di partecipazione. Risultato: i finanziamenti destinati al settore pubblico e privato hanno aspettato ben 1095 giorni per essere distribuiti. E così pure i diritti umani e la democrazia.
La classifica dei donatori è guidata dalla Francia (che nel 1997 ha messo a disposizione 3, 12 miliardi di ecu) seguita a ruota da Germania (3 miliardi di ecu), Gran Bretagna (1, 630 miliardi di ecu) e Italia (1,610 miliardi di ecu). Quella dei beneficiari è invece capeggiata dai paesi dell?Africa sub sahariana che nel 1997 si sono aggiudicati circa il 65% del fondo.
Per beneficiare dei finanziamenti, i governi dei paesi Acp devono presentare progetti di sviluppo specifici che, si tratti di una scuola nei Caraibi o una piantagione di cacao in Costa d?Avorio, vengono vagliati da una speciale commissione del Fed e, quindi, aiutati dall?Unione Europea.
Benché, secondo gli accordi di Lomé, le trattative debbano svolgersi principalmente con gli organi istituzionali dei vari paesi, l?Unione Europea coinvolge il più possibile organizzazioni non governative, associazioni e imprese direttamente impegnate nella realizzazione dei progetti di sviluppo assegnando loro la gestione dei fondi.
Ma non sempre le cose vanno come dovrebbero: spesso infatti le imprese si accordano con il governo per ?intascare? i finanziamenti o presentare programmi fasulli. Proprio per evitare questi problemi e trasformare le donazioni del Fed da semplici relazioni donatore-beneficiario in un vero e proprio rapporto di reciprocità, L’Unione Europea ha deciso di destinare una parte dei 14,6 miliardi di ecu della Lomé IV bis per trovare soluzioni comuni a fenomeni, quali Aids e immigrazione, che riguardano entrambe le parti in causa.
Le negoziazioni per la quinta Conferenza di Lomé (2000 a 2005) prenderanno il via in settembre e si annunciano particolarmente difficili. I quindici stati comunitari intendono infatti offrire ai paesi Acp un accesso preferenziale al mercato europeo attraverso la soppressione dei diritti di dogana. Ma a ciò si oppone l?Organizzazione mondiale del commercio (Wto) che, considerando la ?gentile concessione europea? contraria ai principi della libera concorrenza, rischia di mettere in dubbio anche i finanziamenti del Fondo Europeo per lo sviluppo.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.