Sostenibilità

L’Europa cambia la sua chimica

Si chiama Reach: è il principio di precauzione che ci metterà al riparo dai tanti rischi che tutti noi oggi corriamo

di Redazione

Siamo in dirittura di arrivo: sta per essere sottoposto al voto del Consiglio e del parlamento europeo, a fine novembre, il nuovo Regolamento europeo sulla chimica (Reach), che dovrebbe finalmente cambiare il modo in cui le sostanze, tossiche o meno, entrano a far parte dei prodotti e quindi della nostra vita quotidiana. Fino a oggi, molte sostanze chimiche non hanno subito né controlli né valutazioni prima di essere usate per oggetti, cibi, vestiti, utensili, ecc. Abbiamo scoperto solo dopo che alcune di esse sono dannose, o comunque interferiscono con il funzionamento del nostro organismo (e lo vedrete negli articoli di Ecomondo). In alcuni casi non si tratta nemmeno di un problema di dosi, perché bastano poche molecole per indurre un meccanismo di feedback che altera sistemi importantissimi, come quello ormonale. Con Reach l?onere della prova è invertito: sono le industrie a dover dimostrare che le sostanze che usano in produzione sono innocue, non le eventuali vittime a dover prima patire il danno per poi ottenere che finalmente i composti più pericolosi vengano messi al bando, come è successo con il Ddt. Si chiama principio di precauzione, ed è uno dei capisaldi della legislazione internazionale su salute e ambiente (anche se ancora poco praticato, purtroppo). Aggiungiamo poi che le vittime molto spesso non hanno voce: si pensi ai poveri orsi bianchi, che già vedono il loro habitat fortemente alterato e minacciato dai mutamenti climatici, e che in quanto apice della catena alimentare nelle regioni artiche si beccano i nostri veleni che, negli anni e nei decenni, vanno alla deriva e arrivano al Polo. Ma anche le persone, quando soffrono di disturbi alla tiroide piuttosto che di patologie anche più gravi – dall?apparato riproduttivo al sistema nervoso, a quello immunitario, alle neoplasie – certo non hanno gli strumenti per mettere sotto accusa quella o quell?altra sostanza. Il cittadino, di fronte alla malattia, è solo e pensa a combattere e, possibilmente, guarire, ma le rappresentanze della società civile hanno colto immediatamente il peso della sfida. E infatti a volere un regolamento efficace sono in tanti, dagli ambientalisti che hanno verificato gli effetti delle sostanze chimiche tossiche sull?ambiente e in natura, ai sindacati che devono proteggere la salute dei lavoratori, alle associazioni dei consumatori, ai medici ecc. Alla fine di luglio, oltre cento tossicologi europei hanno sottoscritto una dichiarazione (La dichiarazione di Praga) nella quale si dichiarano allarmati dal numero crescente di cancro ai testicoli e al petto e dal prevalere di disordini riproduttivi tra i giovani maschi europei e chiedono ai leader europei di assumere azioni precauzionali per tutelare i cittadini dai cosiddetti interferenti endocrini (endocrine distruptors). Il WWF, come i lettori di Ecomondo e Vita sanno bene, ha iniziato una campagna chiamata Svelénati – Detox, nell?ambito della quale ha dimostrato che le sostanze chimiche potenzialmente tossiche sono un problema di tutti: il test del sangue, effettuato su politici e testimonial, ha riscontrato la presenza di sostanze dannose in tutti. Nella campagna molto importante è stato (ed è) il convinto sostegno di Aboca, l?azienda di medicina naturale, che ha portato la campagna anche in farmacie ed erboristerie con una petizione che ha raccolto circa 30mila firme. Nella recente Settimana di informazione sui prodotti chimici tossici, promossa per il secondo anno con il Segretariato sociale della Rai, si è avuto evidente il senso dell?interesse e della sensibilità dei cittadini per il problema: 300mila email sono partite dal sito WWF all?indirizzo degli europarlamentari italiani, e 22mila persone hanno provato a testare i propri comportamenti «a rischio chimico» partecipando al test/sondaggio «Avvelenato o no?». Il tutto in una sola settimana. Ma che succederà a Bruxelles? Ovviamente sono i corso grandi manovre da parte delle industrie chimiche per rendere inefficace Reach. Pressioni da parte delle industrie sono state denunciate anche dal relatore della riforma al parlamento europeo, l?italiano Guido Sacconi, che sta lavorando con passione e capacità. Eppure si moltiplicano gli studi che dimostrano che Reach non sarà in perdita sul piano economico, i benefici della riforma per la società, oltre a quelli inestimabili per la tutela della salute dei cittadini e dell?ambiente, saranno di gran lunga superiore ai costi. Il WWF ha sottoscritto con i sindacati, molte associazioni dei consumatori, di medici e ambientaliste, un appello a favore della rapida approvazione di un regolamento europeo sulla chimica rafforzato. L?appello è stato firmato da Altroconsumo, Ambiente e lavoro, Amica, Amici della Terra, Associazione italiana medici per l?ambiente, Cgil, Cisl,Uil, Comitato per la bellezza, Greenpeace, Ires, Issi, Legambiente, Medicina democratica, Movimento difesa del cittadino, Vas, WWF, Adiconsum, Green Cross Italia. Gli aderenti ritengono che vada mantenuto il principio secondo cui non c?è mercato per le sostanze per le quali non sono disponibili dati sulla sicurezza; che l?onere della prova che le sostanze non siano dannose per la salute e per l?ambiente debba essere dell?industria, e non delle autorità; che non debbano esserci ritardi nella raccolta dei dati sulla sicurezza; che vadano mantenuti gli standard di sicurezza anche per le nuove sostanze; che vada aumentata e non diminuita la protezione per i consumatori, i lavoratori e l?ambiente. E’ irrinunciabile che il regolamento preveda l?obbligo di sostituzione delle sostanze ad alto rischio con altre più sicure: è un?elementare regola di buon senso e di garanzia per i cittadini, una riforma che non la prevedesse sarebbe davvero una riforma zoppa, una grave responsabilità per tutti gli europarlamentari e i governi. Il WWF e le altre associazioni terranno i cittadini informati sull?atteggiamento tenuto dal Governo e dagli europarlamentari italiani, e non sulla base delle dichiarazioni di facciata, ma su quella degli emendamenti presentati e dei voti. Reach è una grande, grandissima occasione: ma se venisse svuotato, si sarebbe fatto solo ?tanto rumore per nulla?, e questo un?Europa già percepita come lontana dai cittadini non può permetterselo. Per saperne di più Che cos?è il nuovo regolamento Reach, il Regolamento europeo della chimica è una proposta di legge europea che dovrebbe portare a identificare ed eliminare gradualmente le sostanze chimiche più dannose. Se diventerà legge verrà applicata in tutti i paesi dell?Unione europea. Reach significa Registrazione, Valutazione e Autorizzazione delle sostanze chimiche. Registrazione: I produttori di sostanze chimiche saranno obbligati ad inviare un dossier a una agenzia centrale in cui saranno registrati i dati sulla sicurezza di tutte le sostanze chimiche prodotte in quantità superiore a una tonnellata l?anno. Minore è la quantità di sostanze prodotte, minori sono le informazioni richieste: quando la produzione raggiunge una quantità da 1 a 10 tonnellate i dati richiesti sono elementari. Valutazione: Gli scienziati valuteranno i dati relativi alla sicurezza di una grande quantità di sostanze, non solo di quelle che destano sospetti. Autorizzazione: Le sostanze chimiche molto pericolose saranno eliminate e sostituite da alternative più sicure, a meno che l?industria non possa dimostrare di avere un ?controllo adeguato? sul rischio legato al loro uso oppure di avere un valore ?socio-economico? superiore al rischio. Reach andrà oltre la normativa esistente sulle sostanze chimiche e sarà applicata anche in altre parti del mondo, tra cui gli Stati Uniti. Di Mariagrazia Midulla, responsabile delle campagne internazionali WWF Italia


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