Volontariato
Letica punta a sud
Il bilancio 2004 di Banca etica: 110mila euro di utile. Parla Fabio Salviato.
I numeri snocciolati nel corso dell?assemblea dei soci della Banca popolare etica, svoltasi a Bologna sabato 28 maggio, parlano da soli: oltre 320 milioni di euro di risparmio raccolto nel 2004 (+ 28% rispetto al 2003); 209 milioni di euro di finanziamenti erogati (con un incremento del 37% rispetto all?anno precedente); quasi 25mila soci (per un capitale sociale che supera i 17 milioni e mezzo di euro); un utile di circa 110mila euro (contro i 14.450 dello scorso anno). Ma cosa c?è ?dietro? questi numeri? Quali scenari si schiudono per ?la? banca del settore non profit? Che novità sono in arrivo? Lo abbiamo chiesto a Fabio Salviato, presidente dell?istituto padovano sin dall?apertura, l?8 marzo 1999.
Vita: Presidente, che anno è stato il 2004 per Banca etica?
Fabio Salviato: Un anno di vero e proprio consolidamento, che si è tradotto in un?importante serie di processi e iniziative. Penso innanzitutto al processo di decentramento e radicamento territoriale, condotto su due livelli: quello strettamente operativo, con l?attribuzione di autonomie e di deleghe di fido anche alle filiali; e quello di riorganizzazione della base sociale, attraverso le circoscrizioni dei soci e nuovi strumenti come i ?forum d?area?. Sul piano dei prodotti e dei servizi abbiamo quasi completato la nostra offerta. Vale infine la pena sottolineare il processo di internazionalizzazione nel quale siamo impegnati anche in nome di un valore transnazionale della finanza etica.
Vita: Quali sfide si profilano all?orizzonte?
Salviato: Più che di sfide, parlerei di obiettivi. In questo senso considero prioritario quello del consolidamento a livello di gruppo. Ciò significa raggiungere il punto di pareggio con Etica sgr, arrivata ormai al suo terzo anno di attività con un patrimonio che la colloca al terzo posto nella classifica italiana dei fondi etici. Per quanto riguarda la banca, a più di due anni dall?apertura dell?ultima nuova filiale, quella di Bologna, vogliamo riavviare il piano di sviluppo territoriale puntando soprattutto al Sud: Napoli, Bari e Palermo.
Vita: Come ha visto cambiare la finanza etica da quando è nato l?istituto?
Salviato: Mi sembra che ci sia stato, da parte del sistema bancario, un sostanziale riconoscimento della validità della nostra iniziativa, non solo sul piano dei valori ma anche di una loro efficace traduzione in buone pratiche. Parallelamente, è cambiato l?approccio delle banche nei confronti delle organizzazioni del terzo settore, che non sono più relegate tra i soggetti ?non bancabili?. Per finire, piccoli ma significativi passi in avanti sono stati fatti anche grazie alle campagne di pressione della società civile sui grandi gruppi bancari, penso soprattutto alla campagna Banche armate.
Vita: Cosa vi chiedono oggi i vostri soci?
Salviato: I nostri soci, che sempre di più sono anche nostri clienti, ci chiedono strumenti di piena operatività, sia in termini di prodotti e servizi, sia di presenza sul territorio, perché Banca etica possa essere per loro l?unico istituto di credito di riferimento. Ma non per questo sono meno intransigenti nel pretendere la trasparenza e la coerenza sul piano dei valori.
Vita: Che ?dimestichezza? ha raggiunto il non profit con la finanza?
Salviato: Abbiamo assistito in questi anni a una profonda trasformazione del non profit, che si è professionalizzato e diversificato, abbracciando una serie di ambiti che a me piace definire ?di frontiera? come il biologico o quello delle energie rinnovabili. La piena valorizzazione del non profit non può però nascondere alcune costanti negative come la generale ?sottocapitalizzazione? del sistema, che non permette alle imprese sociali gli investimenti necessari al definitivo salto di qualità.
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