Sostenibilità

L’estate nera delle strade italiane. Lo stivale a imbuto

Sul costo del sistema il trasporto su gomma incide al 95%. E poi ci sono i costi umani, 24 volte superiori a quelli delle ferrovie. (di Elisabetta Corrà)

di Redazione

L?Italia non è più uno stivale. è un imbuto. è quanto hanno potuto sperimentare milioni di automobilisti, in coda per ore sulle strade collassate di questo Ferragosto 2002. Mai si erano raggiunti livelli simili di traffico. Incapacità degli italiani a gestire le partenze o automobili ormai oltre il livello di guardia? La seconda risposta è quella più vicina al vero. Ogni anno il traffico nel nostro Paese aumenta del 4%, e su alcuni nodi nevralgici, come la tangenziale di Mestre, addirittura del 7%. Secondo stime dell?Ocse, l?Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, negli ultimi 20 anni, nei Paesi sviluppati, la velocità media è calata del 10%. Eppure nella seconda metà del 900 in Italia le strade sono aumentate del 79%, con il risultato di 306mila chilometri di asfalto contro i 15mila di ferrovie. Costruire altre strade è stata sinora l?unica soluzione proposta. Ma non sarebbe meglio fare scendere gli italiani dalle auto? è quanto pensa Rosa Filippini, presidente degli Amici della Terra, in prima linea nel proporre alternative all?abnorme crescita del traffico su strada, in particolare il treno. La sua associazione ha da poco completato (in collaborazione con le Ferrovie dello Stato) il quarto Rapporto su costi della mobilità in Italia, un?indagine sinottica dell?uso del treno, della strada e dell?aereo da parte di privati e per il trasporto delle merci. Un?indagine dettagliata, che mette di nuovo prepotentemente in primo piano l?assurda crescita del trasporto su strada (5,57% in più) e il mancato decollo della rotaia. Binari annodati La Filippini non è tenera neppure con i partner della sua ricerca, le Ferrovie. Che giudica troppo deboli nell?affermarsi come alternativa all?asfalto. «Per molti anni, scioperi e disservizi hanno reso impraticabile la ferrovia e spinto gli utenti verso l?automobile. Anche oggi le cose cambiano troppo lentamente», spiega la presidente degli Amici della Terra. Ma tutto quello che non fanno le Ferrovie lo fa l?inquinamento atmosferico, cresciuto per quanto riguarda la sola CO2 del 5,8% su strada, del 36,8 per gli aerei. E rimasto invece costante per la rotaia. Nonostante tutto migliorato, secondo il Rapporto, anche grazie alla diffusione delle marmitte catalitiche (dal 1993 obbligatorie in tutti i Paesi europei), che però sono efficaci solo sulle lunghe distanze e a velocità sostenuta, del tutto inutili nelle interminabili code a 20 chilometri all?ora delle metropoli urbane. E il vero problema sono allora i gas di scarico, protagonisti di un capitolo inquietante del Rapporto. Innanzitutto per un dato che ha dell?incredibile: in Italia al primo posto tra i combustibili che emettono CO2 c?è il carbone (carbone da vapore più lignite), teoricamente bandito dagli accordi di Kyoto e considerato un carburante povero, tipico di Paesi in via di sviluppo come la Cina. I gas di scarico immettono in atmosfera tutta una gamma di sostanze chimiche i cui effetti vanno dalle affezioni polmonari croniche al cancro. Ma ci sono anche le piogge acide, l?inquinamento dei suoli da metalli pesanti lungo le autostrade e i metalli più ?nobili? della marmitta catalitica (palladio, rodio e platino) che a bassa concentrazione si ritrovano fino nei ghiacci della Groenlandia. 100mila miliardi di euro La macchina a uso privato non è forse anche un fatto di costume? Rosa Filippini è molto critica su questo fronte, proprio nei confronti delle Ferrovie: «La convinzione che la gente voglia prendere la macchina, secondo me, è errata. Quando c?è uno sciopero, le città si bloccano e questo dimostra quanto i mezzi pubblici siano usati. Il diritto alla mobilità sia sacrosanto. Là dove esistono servizi collettivi efficienti, gli utenti non mancano e non hanno bisogno di essere incoraggiati. Prenda la linea Roma-Firenze, l?unica veloce e frequente: registra un continuo aumento di passeggeri». Ci sono poi i costi sociali imputabili alla mobilità. E qui le cifre si fanno impressionanti: su 100 miliardi di euro in cui è valutato il costo annuo del sistema trasporti nel nostro Paese, il 95% è assorbito dal trasporto stradale: precisamente, dettaglia la ricerca, 94. 980 miliardi sono i costi della strada, poco più di 3mila quelli delle ferrovie e 2. 500 quelli imputabili al trasporto aereo. L?ultimo, impressionante dato riguarda la sicurezza: sulla strada restano 7,8 morti per miliardo di chilometri percorsi. Il treno ne lascia 0,30 ogni anno… Elisabetta Corrà


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