Volontariato

L’epopea del personal Il primo scippo di Bill Gates

La vera storia del primo PC. Tra il 1975 e il 1981 si consumò una storia fatta di geniali invenzioni e di sporchi colpi bassi.

di Carlo Gubitosa

Il personal computer americano nasce nel 1975, quando sul numero di gennaio della rivista Popular Electronics, spedito al suo mezzo milione di hobbisti-abbonati, viene presentato Altair 8800, una macchina ormai entrata di diritto a far parte della storia dell?informatica, un computer che raccoglie intorno a sé la seconda generazione degli hacker: gli ?hacker dell?hardware?, che penetrano all?interno dei segreti di Altair per carpire il funzionamento di ogni singolo circuito. Una passione ereditata dagli studenti del Mit, gli ?hacker dei mainframes?, che negli anni ?60 avevano domato a colpi di saldatore e tastiera i primi grandi calcolatori universitari, i grandi ?bestioni? a valvole monopolizzati da ?sacerdoti? in camice bianco, la cui autorità veniva puntalmente messa in discussione dalla prima generazione di hackers. Ancora oggi non è raro incontrare dei prodotti informatici pubblicizzati ancora prima che ne sia ultimata la realizzazione, e il primo di questi prodotti, definiti in gergo ?vaporware?, è stato proprio Altair 8800. La fotografia riprodotta su Popular Electronics, infatti, è quella di un apparecchio realizzato ad hoc, assolutamente non funzionante, e passa molto tempo prima che le migliaia di pezzi ordinati vengano consegnati. Alcuni hacker tra i più tenaci, per venire in possesso del loro Altair, si accampano davanti alla sede della Model Instrumentation Telemetry Systems (Mits), la società che produce Altair sotto la guida di Ed Roberts. Altair è venduto in kit di montaggio, il cui risultato finale è una scatola metallica con pannello frontale composto da una fila di interruttori, che costituiscono l?unico dispositivo di input, e da due file di piccole lucine rosse come dispositivo di output. è basato sul processore Intel 8080, costa 397 dollari e ha 256 bytes di memoria. Le istruzioni non possono essere memorizzate all?interno del computer, ma devono essere inserite a mano attraverso gli interruttori del pannello frontale ogni volta che il calcolatore viene acceso. Da qui le tipiche piaghe e vesciche sulle dita che caratterizzano gli appassionati di informatica dell?epoca. Il primo personal computer americano viene battezzato da Lauren Solomon, la figlia dodicenne di Les Solomon, direttore di Popular Electronics e amico di Ed Roberts. La bimba indica il nome ?Altair? ispirandosi alla stella su cui era diretta l??Enterprise? (l?astronave della serie televisiva Star Trek) nella puntata trasmessa il giorno del battesimo dell?8800. La nascita del Basic Prima ancora dell?apparizione di Micral e Altair, nel 1964 John Kemeny e Thomas Kurtz, presso il Dartmouth College (New Hampshire), sviluppano il Basic (Beginners All-purpose Symbolic Instruction Code), il più famoso linguaggio di programmazione della storia. Attraverso questo Codice simbolico multifunzione di istruzioni per principianti (la traduzione dell?acronimo Basic), le istruzioni vengono impartite al calcolatore usando delle parole in inglese corrente, come ?Print? (stampa) oppure ?Input? (immetti), al posto della lingua misteriosa composta da sequenze interminabili di ?1? e di ?0? con cui i primi programmatori sono costretti a ?parlare? con i loro computer. Con l?avvento del Basic la programmazione dei calcolatori esce dal mondo degli addetti ai lavori e diventa accessibile a tutti. Kemeny, immigrato nel 1940 a New York assieme alla sua famiglia proveniente da Budapest, prima di dedicarsi all?informatica trascorre parecchi anni accanto ad Albert Einstein, in qualità di assistente matematico. Il primo programma scritto in Basic viene eseguito a Dartmouth da Kemeny e Kurtz alle 2 del mattino del 4 maggio 1964. Homebrew, che club Il 5 marzo 1975 a Menlo Park, nella Silicon valley californiana, nel garage di Gordon French si svolge il primo incontro dell?Homebrew computer club, il club degli hacker dell?hardware, di cui fanno parte, tra gli altri, Bill Gates, Stephen Wozniack, Gary Kildall e molti altri pionieri dei personal computer. Le riunioni dell?Homebrew divengono un appuntamento fisso per scambiare pezzi di hardware, idee, programmi, informazioni e progetti. L?Altair 8800 è ovviamente al centro dell?attenzione. Dopo aver letto l?annuncio su Popular Electronics, Bill Gates e Paul Allen, che avevano studiato insieme ad Harvard, telefonano immediatamente a Ed Roberts per proporgli di acquistare il loro interprete Basic per l?Altair, scritto assieme a Marty Davidoff. è la prima vendita di software della Microsoft. A quei tempi l?azienda aveva ancora il trattino nel nome, che sarebbe caduto nel 1976. L?accordo per la vendita del Basic viene concluso con successo il 2 gennaio 1975. L?affare si rivela davvero fortunato, e apre le porte del successo a quella che sarebbe diventata la più grande azienda informatica del mondo. Il grande pubblico dimentica ben presto i nomi di Kemeny e Kurtz, e negli anni a venire il nome di Bill Gates verrà associato sempre più frequentemente alla creazione del Basic. In seguito all?accordo con Ed Roberts, Gates e Allen si trasferiscono ad Albuquerque, sede della Mits, per scrivere un programma in grado di connettere Altair con una unità a disco. Una sera di giugno del 1975 gli hobbisti dell?Homebrew Computer Club riescono a impossessarsi di una cartuccia contenente il codice completo del Basic, lasciata incustodita durante una delle numerose dimostrazioni itineranti organizzate da Ed Roberts per pubblicizzare il suo prodotto. A causa del prezzo ritenuto eccessivo, gli ?homebrewers? iniziano a fare delle copie su nastro del Basic per l?Altair da distribuire gratuitamente. In seguito al dilagare di queste copie ?pirata?, il 3 febbraio 1976 Bill Gates scrive una lettera aperta agli hobbisti, pubblicata sulla newsletter Computer Notes, un documento in cui attacca apertamente la copia non autorizzata. La lettera viene riportata anche sul bollettino di febbraio dell?Homebrew Computer Club. L?argomentazione principale di Gates contro la diffusione incontrollata dei programmi è che questa pratica scoraggia i programmatori, rendendo meno remunerativa la realizzazione dei loro prodotti. Le teorie di Gates vengono smentite nel 1991, quando la distribuzione libera e gratuita del sistema operativo Linux diventa l?elemento decisivo che incoraggia e stimola il lavoro di migliaia di programmatori sparsi in tutto il mondo. Il 22 maggio 1977 Ed Roberts decide di abbandonare il mercato dell?informatica, anche in virtù delle crescenti pretese da parte dell?azienda di Gates.(…) Per Microsoft la grande occasione arriva nel luglio del 1980, quando Bill Gates viene contattato da Ibm, l?azienda che in quegli anni esercitava un dominio incontrastato nel settore dell?informatica. A questo incontro ne fa seguito un secondo, un mese più tardi, durante il quale Gates firma un contratto di consulenza con Ibm per la realizzazione di un sistema operativo da utilizzare per i futuri Pc Ibm, una missione segretissima battezzata con il nome in codice Project Chess. Le motivazioni che spingono Big Blue Ibm a legare la nascita dei nuovi personal computer a una azienda relativamente giovane e guidata da un ragazzino appena venticinquenne, sono tuttora avvolte da un fitto mistero. L?unico dato di fatto di cui si dispone per capire le cause del ?matrimonio? tra Microsoft e Ibm è che la madre di Bill Gates, Mary, personaggio di spicco degli ambienti di Seattle, proprio nei giorni antecedenti all?accordo che avrebbe reso miliardario il suo figliolo, curava gli affari di famiglia in qualità di membro del consiglio di amministrazione di una impresa chiamata United Way. Un altro dei membri illustri di quel consiglio di amministrazione era il signor John Opel, un uomo d?affari che contemporanamente rivestiva il ruolo di Ceo (Chief executive officer) all?interno di Ibm, praticamente la più alta carica direttiva dell?azienda. L?ossessione di Opel per la realizzazione di un nuovo prodotto Ibm con cui raggiungere e sorpassare la Apple nel mercato dei personal potrebbe aver trovato uno sbocco naturale nelle prospettive di successo che Mary Gates era disposta a garantire a nome del suo geniale pargolo. È possibile che una buona parola da parte di Mamma Gates sia stata l?elemento decisivo che ha determinato le decisioni del ?gigante? dell?informatica, ancora troppo impacciato per muoversi nel settore dei personal computer con l?agilità necessaria per sostenere il ritmo frenetico dell?innovazione tecnologica di quegli anni (…) Ecco Mr. Dos Una volta concluso l?accordo con Ibm il grosso problema di Microsoft era la realizzazione del sistema operativo promesso a Big Blue, un incarico che Gates e soci non sarebbero mai stati in grado di portare a termine da soli, rispettando le scadenze strettissime e i vincoli sulla qualità del prodotto imposti da Ibm. Nel settembre del 1980, di fronte alla prospettiva di un fallimento dell?accordo con Ibm, Gates decide di giocare d?astuzia, acquistando dalla Seattle Computer Products, per la modica somma di 50.000 dollari, un sistema operativo ?veloce e sporco?, il Q-Dos, ?Quick and Dirt Operating System?. Il Q-Dos, opportunamente modificato, si trasforma d?incanto nel più famoso Microsoft Dos, l?Ms-Dos destinato a diventare uno standard nell?ambito dei personal computer grazie alla potenza economica di Ibm e al senso degli affari di Bill Gates, che negli anni seguenti avrebbe costruito la sua fama di programmatore geniale e la sua fortuna economica a partire dalla rivendita di un prodotto realizzato da altri. Gates ottiene da Tim Paterson, che aveva realizzato il Q-Dos, un accordo di licenza non esclusivo, che prevedeva la possibilità di rivendere il prodotto, senza lasciarsi sfuggire che tra i clienti intenzionati alla rivendita del Q-Dos c?era nientemeno che Ibm. La segretezza era ulteriormente garantita da una clausola del contratto in base alla quale «niente avrebbe obbligato Microsoft a identificare il cliente». In seguito Microsoft chiuderà il cerchio comprando tutti i diritti della Seattle Computer Products, assumendo alle sue dipendenze lo stesso Paterson. Risalendo l??albero genealogico? dell?Ms-Dos, è possibile che il primo ?capostipite? della famiglia non sia il Q-Dos di Tim Paterson, ma addirittura lo stesso Cp/M di Gary Kildall (titolare della Digital Research, azienda tra l?altro che era stata candidata alla realizzazione del progetto dell?Ibm, ndr) Control Program for Microcomputer, che potrebbe essere il ?vero? sistema operativo a partire dal quale, attraverso modifiche successive, è stato realizzato il prodotto definitivo consegnato a Ibm. Una versione molto dettagliata del rapporto tra il Cp/M e il Q-Dos è contenuta all?interno del libro Bill Gates, una biografia non autorizzata, scritto da Riccardo Staglianò per Feltrinelli. Secondo il resoconto di Staglianò, «quando fu chiaro che Microsoft avrebbe fornito a Ibm il sistema operativo sviluppato da Tim Paterson, Gary Kildall, l?uomo che arrivò in ritardo all?appuntamento con la sua fortuna, telefonò imbestialito al programmatore, anticipando querele: ?Hai copiato il mio Cp/M: ti denuncerò!?. ?Non ho mai guardato il codice di Kildall?, si è sempre difeso Paterson, ?solo il suo manuale?». Gli indizi a favore di Kildall sono davvero numerosi, e in più di una occasione alcuni esperti di informatica che si sono divertiti a ?smontare? il Dos Microsoft hanno evidenziato al suo interno la presenza di diverse righe del codice scritto dal fondatore della Digital Research per realizzare il suo Cp/M. La stessa Ibm avrebbe cercato di mettere a tacere la vicenda offrendo a Kildall 800mila dollari per rinunciare ad ogni rivendicazione sulla paternità di Ms-Dos. Il 12 agosto 1981 il primo pc della Ibm, basato sul microprocessore 8086, fa il suo ingresso trionfale sul mercato dei personal computers, con una presentazione in grande sitle al salone delle feste del Waldorf Astoria di New York. Il modello base ha una Ram di 16K e un lettore per dischetti da 5?? e 1/4, il tutto per la modica cifra di 1565 dollari. Il sistema operativo utilizzato è, ovviamente, il Microsoft Dos. Chi è Carlo Giubitosa Il volto giusto dell?informatica Carlo Gubitosa, nato a Taranto nel 1971, esperto di computer, è già arrivato al suo quinto libro.Con il cd-rom multimediale Nuove tecnologie per nuove abilità, ha vinto il premio Smau 1999. Giornalista pubblicista, collaboratore di varie testate online, Gubitosa è segretario di Peacelink, associazione di informazione per la pace, e ha un passato da obiettore di coscienza ?inviato? nei punti più caldi della terra, dalla Cecenia al Kosovo.


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