Economia

«L’economia civile non è un optional»

Il 10% del credito agevolato alle onlus e alle coop sociali arriva dalle Banche di credito cooperativo di tutta Italia. Il loro presidente spiega il perché:«La conoscenza del territorio ci facilita»

di Giampaolo Cerri

È la banca del territorio per definizione. O, meglio, le banche, visto che si parla del sistema di 470 casse rurali e istituti di credito cooperativo che, con 3.168 sportelli, servono 4 milioni di italiani in 2.200 comuni del Paese. Per questo sono storicamente aperte alle richieste che arrivano dal mondo sociale. Nell?ultimo anno i finanziamenti agevolati alle onlus e alle cooperative sociali da parte delle Banche di credito cooperativo si sono attestati sui 44,6 milioni di euro, con un incremento del 15% rispetto all?anno precedente. In Italia, oltre il 10% del totale dei crediti alle imprese non profit è erogato dalle Bcc. Alessandro Azzi, che ne presiede la federazione, è bresciano, proviene quindi da una città che è distretto della cooperazione sociale per antonomasia. Vita: Presidente, il Terzo settore sconta molte difficoltà ad accedere al credito. La situazione migliora, ma lentamente. Qual è il problema di fondo? Alessandro Azzi: Per anni l?immagine del non profit è stata quella di un settore economico residuale rispetto ad altri considerati, spesso a torto, maggiormente degni di cittadinanza. Solo da poco il mondo del non profit ha iniziato a essere studiato come sistema economico, volano di sviluppo sociale e, finalmente, occupazionale. Non tralascerei anche la formulazione giuridica delle principali realtà del settore, spesso associazioni o cooperative, a loro volta con grandi difficoltà di sottocapitalizzazione e conseguente difficoltà di accesso al credito proprio in quanto cooperative. Infine, penso che la cultura economica di questi soggetti sia vissuta per molto tempo su iniziative talvolta estemporanee, di breve respiro. Senza essere abituati all?utilizzo di strumenti finanziari ed economici che si sarebbero rivelati utili e funzionali alla crescita dell?impresa. Figure come il fund raiser o il responsabile finanziario, sono tutto sommato recenti e non troppo diffuse. Vita: C?è dell?altro? Azzi: Nello specifico dell?accesso al credito, inoltre, credo che il Terzo settore riscontri le stesse difficoltà di altri comparti a bassa capitalizzazione nei confronti delle banche tradizionali. Per noi il discorso è indubbiamente diverso: la nostra conoscenza diretta delle singole realtà locali permette alle Bcc di erogare credito in maniera più veloce ed efficace, spesso senza dover richiedere garanzie per molte realtà insostenibili. Vita: Le Bcc rappresentano nei fatti la realtà più attenta al non profit. Per storia aziendale o anche per una riflessione di tipo economico. Si vuole puntare sull?economia civile? Azzi: L?impegno a favore del non profit e l?orientamento socialmente responsabile delle aziende del nostro sistema sono parte integrante dell?identità distintiva che connota le Bcc. Siamo una realtà finanziaria cooperativa, mutualistica, localistica. Società di persone e non di capitali, che erogano il credito principalmente ai soci, profondamente inserite in comunità locali definite. Tutto ciò fa sì che una Bcc interpreti la propria identità non come formula giuridica, ma come metodo imprenditoriale per favorire l?inserimento economico e sociale dei soggetti che abitano il territorio. La Bcc guarda, insomma, al territorio con un approccio progettuale e uno spirito di servizio, e in tal modo orienta, sostiene, accompagna lo sviluppo locale. Vita: «Siete differenti», come dice un vostro fortunato spot… Azzi:In virtù di queste caratteristiche identitarie. Facciamo ?finanza per lo sviluppo? e non ?per la finanza?, diamo credito all?economia reale, sosteniamo gli investimenti delle famiglie e del tessuto delle piccole e medie imprese, le forze migliori dell?economia civile e delle comunità. Sotto questo punto di vista sostenere l?economia civile non è una moda o un optional. Semmai un dato di fatto e, al tempo stesso, un impegno, un progetto in costante evoluzione e adeguamento per la piena maturazione del Terzo settore.


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