Welfare

L’azienda sociale?

Alla firma il decreto che estende le agevolazioni della legge n. 95 sulla imprenditorialità giovanile alle cooperative di tipo B. E un piano da 300 miliardi

di Francesco Maggio

«Caro D?Alema, stai ai patti». La scorsa settimana avevamo intitolato così la meticolosa ricostruzione di Edoardo Patriarca, portavoce del Forum del Terzo settore, di un anno di impegno governativo sul non profit. Dodici mesi caratterizzati da qualche luce ma anche da preoccupanti ombre, rivelatesi ancor più ?cupe? se si tiene conto delle aspettative suscitate proprio dalle solenni parole pronunciate dallo stesso D?Alema in occasione del suo discorso di insediamento alla Camera: «Noi dobbiamo costruire i fondamenti di una cittadinanza responsabile dove l?esigenza di sicurezza, reddito, assistenza, proceda di pari passo con l?apertura verso le problematiche di chi ha di meno o non ha. Questo è tanto più vero in Italia dove è grande risorsa del Paese il volontariato cattolico e laico, l?associazionismo e ciò che si indica comunemente come Terzo settore: un patrimonio straordinario di umanità, di partecipazione, di passione civile». Insomma, il Terzo settore si aspettava davvero qualche sforzo in più da parte del governo nel passare dalle parole ai fatti, soprattutto quelli che consentirebbero al non profit di sviluppare appieno le potenzialità occupazionali che racchiude. Eppure? Eppure, finalmente qualcosa comincia a muoversi. Come nel caso della firma, data per imminente, del decreto legislativo che assegna alle cooperative sociali di tipo B le stesse agevolazioni previste dalla legge n. 95/95 per favorire la creazione di nuove imprese nei territori economicamente poco sviluppati (obiettivo 1, 2 e 5b). Si tratta di contributi per gli investimenti che possono raggiungere un tetto massimo di un miliardo di lire nel caso di nuove cooperative (di cui fino al 90% a fondo perduto) e di 500 milioni (idem fino al 90%) per quanto concerne il rafforzamento e consolidamento di quelle già esistenti. «Questo provvedimento assume una grande significatività», sottolinea Vincenzo Durante della Ig, la società incaricata della gestione dello strumento, «in quanto lega l?erogazione dei finanziamenti non solo alla fattibilità economico-finanziaria dei progetti ma anche alle ricadute sociali delle iniziative». E se dopo lungo tempo finalmente intravvede la luce un provvedimento così atteso, altrettanto positivo è l?avvio dei lavori della Commissione ministeriale su Terzo settore e occupazione, già operativa dal marzo scorso con Bassolino ma istituita formalmente solo il 12 luglio da Cesare Salvi con lo scopo di entrare nel merito delle tante questioni che ancora tarpano le ali al non profit impedendogli di sviluppare appieno tutte le sue potenzialità occupazionali. Che sono enormi, come ha di recente sostenuto l?Unione europea in occasione dell?aggiornamento delle linee guida per il lavoro per il 2000 e che, proprio per questo, vanno opportunamente ?liberate?. Dal 27 settembre dunque, prima data di convocazione della neo commissione, anche qui si è iniziato a voltar pagina, è stata definita la composizione dei suoi gruppi di lavoro e si è intrapreso il cammino che dovrebbe portare al raggiungimento di una meta tanto ambiziosa quanto comunque, in presenza di opportune condizioni da mettere a punto, alla portata: creare lavoro, tanto lavoro, grazie alla solidarietà. «La prima cosa che ci siamo impegnati a fare», afferma Vasco Giannotti, presidente della Commissione, «sarà quella di mettere in piedi un Osservatorio che monitorizzi costantemente le ricadute che i provvedimenti che definiremo avranno sul Terzo settore. Per quanto riguarda il Mezzogiorno poi», continua Giannotti, «chiederemo al governo di reperire nella ?Finanziaria? almeno 300 miliardi di lire da destinare all?avvio del cosiddetto ?Progetto fertilità?, del progetto cioé che prevede di sostenere un centinaio di imprese sociali attive al Sud e distintesi nella capacità di creare nuova occupazione, affinché facciano da ?incubatore? per altre imprese sociali». Insomma una nuova stagione di confronto tra governo e Terzo settore pare possa dichiararsi aperta e stavolta sembrano tutti intenzionati a far presto e bene. Speriamo.

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