Non profit
Lautonomia è la strada per liberare più risorse
Quello lanciato da Milano è un segnale importante. Perché, per il presidente della Fondazione Venezia, per essere utili al territorio dobbiamo...a cura di, Christian Benna
di Redazione
E' uno dei padri delle (moderne) fondazioni di origine bancaria. Ex consigliere economico di Giuliano Amato, oggi presidente della Fondazione di Venezia e docente di Scienze delle finanze all?università Ca? Foscari, Giuliano Segre prova a tracciare il futuro degli enti pubblico-privati immaginandone i possibili sviluppi.
Vita: Presidente Segre, nel 2008 la legge Amato che separò gli istituti di credito dalle fondazioni compirà diciott?anni. Il settore è pronto a diventare maggiorenne, davvero autonomo e indipendente?
Giuliano Segre: Per molti versi è già un comparto maturo. Le fondazioni sono sempre più investitori istituzionali e meno azionisti bancari. Certo, ci sono diverse velocità di crescita, a seconda delle dimensioni e della forza degli enti. Non si arriverà tutti insieme al traguardo.
Vita: Come giudica il ?divorzio? di Cariplo da Intesa, che ha spostato 5 miliardi di patrimonio dalla gestione bancaria a un fondo proprio?
Segre: Un segnale importante. Ma l?autonomia non è solo un tema finanziario. Le fondazioni hanno finalità di utilità sociale. E per conseguire questo scopo devono garantirsi buoni rendimenti nella gestione dei patrimoni. Ed è qui che possono giocare un ruolo da investitori a tutto tondo: partecipando direttamente in aziende, come le multiutilities o le società di infrastrutture. Si innesta così un circolo virtuoso: sviluppo del territorio e buone performance in grado di aumentare le erogazioni per il non profit.
Vita: In questo contesto quale sarà il futuro degli enti non profit? Rimarranno in vita solo quelli in grado di garantirsi l?autofinanziamento?
Segre: La crisi progressiva del sistema del welfare è stata accompagnata in questi anni dalla nascita di numerosi enti non profit che per loro vocazione possono da un lato reperire risorse finanziarie, dall?altro organizzare la produzione e la fruizione di beni e servizi a connotazione pubblica (come ad esempio una rassegna teatrale) anche se non di primaria necessità (come è invece la sanità). Nel prossimo futuro il successo di tali enti dipenderà pertanto dalla loro capacità di offrire beni e servizi ?meritori? per i quali non solo i diretti fruitori possono dimostrare una disponibilità a pagare, ma anche l?intera collettività potrà dimostrare una disponibilità a donare.
Vita: Quali sono i principali progetti della Fondazione di Venezia in ambito sociale-solidaristico?
Segre: Il diffondersi del fenomeno migratorio in Italia e nella provincia di Venezia comporta la necessità di uno specifico impegno verso una politica di integrazione a favore di questi nuovi cittadini. Per far fronte a questa necessità la fondazione ha avviato il programma Nuove Società, a cui è assegnato il 5% delle risorse complessive. I principali progetti sono i Mediatori linguistico- culturali e il Microcredito sociale, strumenti per favore il dialogo.
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