Welfare

L’anziano del Duemila sarà meno grigio

Summit dell’Unione europea per valutare le politiche in materia di occupazione e servizi. D’Orazio (Auser): «Ci sarà più spazio per chi vuole dedicarsi ai lavori sociali»

di Redazione

Il prossimo anno, il 1999, sarà l?anno dedicato dalle Nazioni Unite all?anziano. Una data importante, anche perché si affaccia su un nuovo secolo in cui la Terza e la Quarta età, soprattutto nei Paesi sviluppati, la faranno demograficamente da padrone. In preparazione a questo evento, si è svolta una conferenza organizzata dall?Unione europea su ?Gli anziani nel XXI secolo?, una serie di workgroup tra esperti comunitari che hanno trattato tematiche sul futuro sociale delle pantere grigie.
I rappresentanti dei Paesi europei hanno discusso alcune proposte per uno sviluppo coerente delle politiche comunitarie rivolte verso l?anziano. Le prime considerazioni hanno puntato, ovviamente, sul rapporto con il mondo del lavoro, in una società la cui piramide dell?età porterà inevitabilmente a una riduzione della popolazione attiva e, nel contempo, a un aumento della pressione degli anziani sui regimi sociali. «Con la prossima ?tornata? di anziani, ci troveremo davanti a una situazione occupazionale opposta a quella odierna», commenta Elio D?Orazio, presidente nazionale dell?Auser-Cgil. «È dunque necessario riflettere da subito sulle politiche verso il futuro, perché ci sia un bilanciamento generazionale. In modo che chi deve andare in pensione ci vada, ma che quelli che hanno ancora la possibilità di dare un contributo alla società, abbiano lo spazio per farlo».
Un altro punto importante su cui si è concentrata la discussione concerne la necessità di un miglioramento della qualità della vita degli anziani. Un aspetto in cui l?Italia ha ancora molto da imparare. «Il nostro Paese è decisamente indietro, proprio a livello di strutture, rispetto ai Paesi del Nordeuropa», conferma D?Orazio. «Ma la situazione non è stagnante: c?è molta volontà di imparare. Speriamo molto nella Finanziaria». E in conclusione dei lavori, l?accento è andato sulla necessità di garantire dignità e non discriminazione agli anziani, una popolazione di singoli cittadini distinti e consumatori di beni e servizi. «Di fondamentale importanza, in questo senso», conclude D?Orazio, «è proprio la l?interesse rinnovato da parte del Parlamento europeo, che così intende riprendere a trattare queste tematiche, ormai abbandonate da qualche anno. Cioè subito dopo il 1993, l?Anno europeo dell?anziano».

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