Formazione

L’Anpas annuncia battaglia. La protezione civile volontari nell’angolo

L’associazione delle pubbliche assistenze lancia l’allarme: si vuole eliminare il volontariato dalla gestione delle emergenze. Colpa di troppi protagonismi.

di Redazione

Interrogare Luigi Bulleri, presidente nazionale di Anpas, associazione nazionale pubbliche assistenze, sul perché per il secondo anno consecutivo il Meeeting della solidarietà (Cagliari, dal 25 al 28 settembre, info: A.N.P.AS.) si occuperà di volontariato e protezione civile significa prepararsi a una risposta sprezzante: “Semplice: perché siamo ancora all?anno zero, in 12 mesi non si è fatto proprio nulla”. In effetti la discesa in campo di Guido Bertolaso al vertice del Dipartimento e l?abolizione dell?Agenzia di protezione civile hanno comportato un ridimensionamento del ruolo del volontariato nella gestione delle emergenze. L?esempio più eclatante ci riporta in Molise. Undici mesi fa San Giuliano di Puglia fu l?epicentro della tragedia del terremoto. L?Anpas, però, intervenne con alcune ore di ritardo e solo grazie a una telefonata informale a causa, sostenne l?associazione in una lettera aperta a Bertolaso del 3 novembre scorso, della mancanza di una strategia di pianificazione “che, se esiste, non è a conoscenza delle forze di volontariato”. Nella stessa nota si denunciava “una regressione organizzativa di alcuni decenni” e si prendeva posizione contro “chi fa del protagonismo e del presenzialismo, eludendo le regole, il suo modo d?essere”. Questioni, evidentemente, ancora all?ordine del giorno. Sulle quali a Cagliari dirà la sua Luciano Dematteis, referente per la protezione civile della direzione nazionale dell?Anpas. “Il giudizio su Bertolaso deve necessariamente considerare due piani”, anticipa a Vita lo stesso Dematteis, “dal punto di vista professionale lo ritengo una persona molto capace, con le idee chiare”. Una valutazione lusinghiera che però zoppica quando si incomincia a parlare di volontariato. “Probabilmente la mancanza di conoscenza di questo mondo ha portato Bertolaso e Agostino Miozzo (il capo ufficio volontariato del dipartimento che sarà a Cagliari, ndr) a snobbarci, complice anche il sostegno che accordammo a Barberi, predecessore di Bertolaso, salvo poi fare retromarcia”. Una svolta che però non ha prodotto risultati concreti e così l?Anpas in Sardegna chiederà al governo di riprendere in mano il regolamento 194 che dovrebbe finalmente mettere un po? di ordine. “Non si hanno notizie della bozza di lavoro che presentammo due anni fa”, ricorda Dematteis. “Intanto però gli enti locali hanno legiferato in materia di protezione civile. Se l?obiettivo era quello di sfilacciare le associazioni nazionali, il traguardo è stato tagliato, se invece si tratta di assicurare un servizio migliore, siamo in alto mare”. Di questi tempi, infatti, le associazioni di protezione civile non hanno a disposizione alcun tavolo per discutere gli interventi di concerto con le Regioni e il dipartimento di Bertolaso, con il rischio di sovrapposizioni e ritardi come avvenuto in Molise. Nemmeno l?assicurazione del ministro per i Rapporti con il parlamento, Carlo Giovanardi, secondo il quale il regolamento è in dirittura di arrivo, scalda i cuori, scottati da troppi mesi di inutile attesa. “Speriamo che sia la volta buona”, commenta Dematteis. “La realtà è che siamo persi in un pot-pourri di leggi e leggine al di fuori di un quadro nazionale che purtroppo non esiste”. Il palcoscenico di Cagliari non metterà in scena solo la polemica politica. Sarà anche l?occasione per l?Anpas di rinnovare un appuntamento che sta diventando il luogo di incontro fra volontariato, istituzioni (attesi fra gli altri Giovanardi, Patrizia Paoletti Tangheroni, Livia Turco e Rosy Bindi) e Terzo settore (Maria Guidotti, Cristina Nespoli). Non a caso quest?anno la scelta è caduta sulla Sardegna. “Sentivamo il bisogno di sviluppare la nostra rete di volontariato in un luogo che anche geograficamente è rimasto per troppo tempo isolato dal resto del Paese”, afferma Dematteis, che coglierà l?occasione per proporre un cambiamento di filosofia: “Al di là delle maxi emergenze, dobbiamo iniziare a occuparci con maggiore puntualità delle micro emergenze, come gli incendi. Qui in Sardegna ne sanno qualcosa: gli ingorghi in autostrada, la falla di un battello o i rischi chimici e biologici, sono tutti problemi che se affrontati con competenza e rapidità sono facilmente superabili e altrimenti possono sfociare nel dramma”. L?idea è di preparare i volontari attraverso corsi di aggiornamento. Tanta sostanza che meriterebbe anche un pizzico di visibilità. “Non come in Molise”, calca la mano Bulleri, “dove la scena televisiva era sempre e solo occupata da Bertolaso”. Chiuso il capitolo protezione civile, il meeting si occuperà anche di servizio civile, “un?esperienza riuscita, complimenti al governo”, nota il presidente delle Anpas. Tre anni fa le ambulanze dell?associazione andarono sotto il Palazzo per protestare contro i ritardi nell?approvazione della legge 328. Oggi quella norma non funziona. “Ma la bontà di quella legge non è in discussione. Se mai sono le Regioni e il governo centrale a non aver mantenuto le promesse: dove sono i tavoli di progettazione zonali? E i Lea, i famosi livelli minimi di assistenza?”, si chiede provocatoriamente Bulleri. Il rischio di un ritorno al passato è ben presente nei suoi incubi notturni: “Continuando lungo questa china, senza leggi e senza fondi, il volontariato tornerà a ricoprire il ruolo di assistenza in sostituzione di uno Stato assente, senza prendersi carico di quell?attività di controllo e monitiraggio dei bisogni che gli aveva attribuito la 328”.


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