Cara dottoressa… Ho una figlia di 15 anni, è alta un metro e settanta, pesa 42 chili e già ci sembra di sognare, perché è arrivata ai 35, prima di un ricovero in clinica in cui le hanno fatto l?alimentazione forzata La situazione però non è stabile, le abbiamo solo salvato la vita, ma i suoi problemi non sono cambiati. Ha una dieta assurda, spende capitali nei cosiddetti prodotti ?light? e pretende di mangiare da sola, costringendoci così a orari incredibili. Vuol essere servita e riverita come la piccola principessa, in compenso da lei siamo trattati a parolacce e porte in faccia. Non so più come fare a resistere e devo lottare anche contro i fratelli, che ovviamente non hanno pietà e la ripagherebbero con la stessa moneta.
Mia figlia è anoressica – Milano
Di che cosa dovrebbero avere pietà questi fratelli, dei quali in queste righe si riconosce a malapena l?esistenza? Di una sorella che ha rubato loro i genitori e il calore di una famiglia? Di una sorella che li tratta malissimo, ma che non si può toccare, perché se no mamma si arrabbia? Andiamo, non le sembra di pretendere un po? troppo? (…) Per l?anoressia cominceranno tempi diversi quando si smetterà di considerarla una malattia, una tegola che cade in testa e contro cui c?è ben poco da fare. Lo diventa, questo è vero, ma alla fine, quando il corpo torturato da anni di fame, di diete sconsiderate, di disidratazione, abbassa le sue difese e si arrende e allora da fare non c?è veramente più niente. Ma prima, al suo insorgere, l?anoressia è solo un sintomo, la manifestazione di una tragica lotta di potere tra la ragazza da una parte e i suoi genitori dall?altra. Una lotta comunque molto particolare e anomala dove non ci sarà mai un vincitore e un vinto: o vinceranno tutti (perché se i genitori riusciranno a far valere la propria autorità, renderanno alla ragazza la sua vita), o tutti drasticamente perderanno (perché se mamma e papà falliranno in questo compito, la ragazza morirà).
Gentile lettrice, l?unica cosa che lei e suo marito potete seriamente fare per questa vostra figlia (e anche per gli altri due) è normalizzare il suo ambiente di vita, non permettere cioè che sia lei a dettare le regole della vostra casa, ma riappropriarvi della vostra autorità e delle responsabilità di genitori e farle valere. Cosa vuol dire in concreto? Vuol dire, ad esempio, che la ragazza e i suoi fratelli potranno mangiare solo ai pasti canonici, a tavola con voi e quello che voi riterrete opportuno essere il menù del giorno. Chiunque può non mangiare (perché chiunque può non avere fame). (…)
Vogliamo uscire dall?argomento cibo? Niente parolacce, niente porte sbattute: dovete riuscire a farvi rispettare dai figli, è questo il punto di partenza che porta al riconoscimento della vostra affidabilità. Come? Qui lascio via libera alla vostra fantasia. Nel caso dovesse farvi difetto, provate a ripensare all?infanzia e a come bastava un solo sguardo di vostro padre per tapparvi la bocca. Come faceva? Del resto, anche oggigiorno chi passa col rosso prende la multa, chi tarda a pagare le tasse paga la mora, chi arriva tardi in stazione perde il treno… Dobbiamo pur insegnare ai nostri ragazzi come è fatto il mondo in cui dovranno vivere.
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