Volontariato

L’ambiguità di Enel.I sabotatori del sole

Incassa 2,5 miliardi di euro per le fonti rinnovabili. E invece...

di Ida Cappiello

La comunità scientifica italiana ha denunciato spesso l?arretratezza della ricerca sulle fonti energetiche rinnovabili nel nostro Paese. Eppure, da almeno sei anni i cittadini italiani pagano all?Enel un sovrapprezzo sulle tariffe elettriche, destinato ?prevalentemente? al sostegno, appunto, delle fonti rinnovabili. Lo dice l?Authority per l?energia. Il gettito che l?Enel ricava da questa ?tassa? è incredibilmente alto, secondo i calcoli fatti dalla rivista specializzata Energia dal Sole. «Siamo riusciti a sapere il valore del sovrapprezzo nel 2003: poco meno di un centesimo di euro per kilowattora», dice Leonardo Libero, direttore della rivista e collaboratore di la Stampa/Tuttoscienze. Moltiplicando questo sovrapprezzo per il consumo del 2003, saltano fuori oltre 2,5 miliardi di euro in un solo anno». Come sono stati spesi questi soldi? Non ne parla il bilancio di sostenibilità, esordiente nel 2003, fiore all?occhiello del sito internet aziendale (www.enel.it). «L?ho chiesto tante volte all?Enel, anche dalle pagine di Tuttoscienze, ma non mi hanno mai risposto», rincara Libero. Anche Vita ha interpellato l?ufficio stampa Enel, finora senza risultato. Sono occupatissimi, ci hanno detto, a organizzare una conferenza stampa sulle energie rinnovabili. Che ha presentato un nuovo impianto solare di grandi dimensioni costruito vicino a Siracusa. Qualcosa dunque si muove, ma la direzione è proprio quella giusta?. La tendenza attuale privilegia le piccole centrali, rispetto ai mega impianti del passato, per due motivi fondamentali: abbattono i costi di distribuzione dell?elettricità, che in Italia pesano per quasi la metà dei costi totali, e prevengono i rischi di black out. La nuova frontiera dell?ecoenergia sono i generatori fotovoltaici (cioè i pannelli solari) installati sui tetti degli edifici privati, e collegati alla rete elettrica nazionale. In Italia l?ex(?) monopolista elettrico scoraggia questo tipo di impianti con una burocrazia ai limiti dell?ostruzionismo: ad esempio, l?obbligo, per ottenere l?allacciamento del generatore alla rete elettrica, di un costoso apparato di sicurezza, inesistente nel resto d?Europa e prodotto da un?unica azienda di sua fiducia. Il risultato è che in Italia gli impianti decentrati a energia solare sono praticamente inesistenti, mentre nel mondo coprono quasi la metà di tutta l?energia solare prodotta.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA