Mondo

L’Africa stufa del nostro pietismo

Intervista a Cristina Comencini.

di Sara De Carli

Il razzismo dove non te lo aspetti, nel cuore di una giovane attivista, che lavora per salvare l?Africa e non ha neanche un amico nero. Bianco e Nero, il nuovo film di Cristina Comencini, è anche una denuncia del ?colonialismo della carità? delle ong.

Il personaggio di Elena mette alla berlina i cooperanti?
Lungi da me. Però è vero che ogni mestiere ha il suo rischio, e il rischio di chi lavora nella cooperazione e nel volontariato è quello di avere un atteggiamento non detto di superiorità, di non avere mai rapporti paritari con le persone reali. Amref ha capito benissimo che serve anche fare autocritica.
«Sono stufa dell?Africa che piange», dice Nadine. E lei?
Vorrei che l?Africa fosse rappresentata per quello che è nella realtà: viva, positiva. Se noi occidentali la lasciassimo in pace e la smettessimo con il nostro pietismo, sarebbe solo un bene.
Lavorerà ancora sull?Africa?
A me piace cambiare, però spero che questo film sia un apripista per altri, che affrontino il tema anche in modo diverso, basta che si esca dalla nostra brutta abitudine di parlare di Africa solo attraverso tragedie epocali.


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