Mondo

L’Africa c’entra

Non era mai accaduto prima che una città e un paese si mobilitassero per difendere i diritti del continente più povero della terra.

di Emanuela Citterio

Il 17 aprile è la festa dell?Europa per l?Africa. Se esistesse un calendario comune per l?Europa unita, potrebbe esserci una ricorrenza così. Un po? come il 25 aprile per l?Italia, o il Primo maggio per i lavoratori. Il 17 aprile 2004, per restare a oggi, è la data della prima manifestazione popolare in Europa per l?Africa. Un?iniziativa che da Roma si è allargata al resto d?Italia, catalizzando le energie di un?ottantina di organizzazioni che si occupano di Africa, ma anche quelle in ordine sparso di singole persone, gruppi e scuole che hanno a cuore le sorti di questo continente. A dare impulso all?idea di una grande iniziativa per l?Africa, un anno e mezzo fa, furono il sindaco di Roma, Walter Veltroni e il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta. Il risultato è Italiafrica, tre giorni dedicati al ?continente dimenticato?, dal 15 al 17 aprile a Roma, con un convegno internazionale in Campidoglio, un corteo da piazza Barberini a piazza del Popolo e una manifestazione conclusiva per l?Africa nel pomeriggio di sabato 17. Più una sessantina di altre iniziative culturali e di solidarietà sparse per Roma, in corso dall?inizio di aprile. “Doveva chiamarsi Romafrica, ma il coinvolgimento sempre più vasto intorno a questo tema ci ha convinto a cambiare nome”.Vincenzo Pira di Movimondo fa parte del Comitato di coordinamento che da gennaio si è radunato settimanalmente per programmare Italiafrica. “Lo sforzo organizzativo è partito da un nucleo originario formato da Comune di Roma, sindacati e Comitato cittadino per la cooperazione decentrata, cui si sono aggiunti quasi subito la Comunità di Sant?Egidio, gli istituti delle Nazioni Unite che hanno sede a Roma e l?Associazione delle ong italiane. Poi nel comitato sono entrati anche Unicef e WWF, il Forum del Terzo settore e gli istituti missionari”. All?appello per l?Africa pubblicato sul sito di www.italiafrica.org hanno finora aderito quasi 100 associazioni, e si allunga ogni giorno anche la lista di firme dal mondo della cultura e dello spettacolo. “Rimane una scommessa difficile, quella di mobilitare le coscienze ?per? e non contro qualcosa, e soprattutto per l?Africa”, afferma Marco Baccin, consigliere diplomatico di Walter Veltroni, che ha presieduto il Comitato di coordinamento. “Eppure sta funzionando: è la prima volta che istituzioni e società civile si mobilitano insieme per una manifestazione di piazza su questi temi. Italiafrica ha fatto da quadro di riferimento a tutta una serie di realtà che di solito agiscono in modo isolato. Evidentemente ha dato anche voce a una sensibilità più diffusa di quanto si pensi. La scommessa è stata quella di guardare all?Africa, dall?Europa, in modo nuovo, con la consapevolezza di un destino comune piuttosto che con un approccio pietistico o assistenzialista”. A Roma sono presenti anche tre presidenti africani: Joaquim Chissano (Mozambico), Domitien Ndayizeye (Burundi) e Olusegun Obasanjo (Nigeria). A dare un forte contributo alla macchina organizzativa del convegno e ai suoi contenuti, la Comunità di Sant?Egidio. L??Onu di Trastevere? è ormai per la maggior parte composto da africani, e vanta nel continente relazioni di primo piano. “I primi contatti li abbiamo avviati quasi un anno fa”, spiega Giuseppe Di Pompeo, incaricato di Sant?Egidio per Italiafrica. “L?ultima conferma, quella del presidente del Mozambico, è arrivata quattro giorni prima dell?apertura di Italiafrica. La scelta del Comune di Roma è andata convergendo con una convinzione che Sant?Egidio porta avanti già da tempo”, spiega Di Pompeo. “Siamo a una svolta cruciale, in cui rilanciare una nuova politica per l?Africa è vitale per entrambi i continenti”. A chiedere una nuova politica per l?Africa saranno tutti i partecipanti alla manifestazione. Che si conclude con un concerto in piazza del Popolo presentato da Daniele Silvestri. Sul palco la voce di Youssou N?Dour e le sonorità di quattro band africane che lavorano in Italia, passando per Paola Turci e Max Gazzè. In musica, quella contemporanea, l?incontro viene facile. L?eredità dell?Africa almeno qui è indiscussa. Intanto la scossa della piazza ha messo in agitazione anche la politica. Il rappresentante del presidente del Consiglio per l?Africa, l?ex giornalista Alberto Michelini, si è sfogato a 360 gradi: “I dossier che preparo finiscono tutti nel cestino: ecco cos?è l?Africa, un continente che interessa a nessuno”. Preoccupato per la polemica, il ministro per gli Affari esteri, Franco Frattini si è affrettato a garantire ufficiosamente che entro l?anno compirà due viaggi nei Paesi subsahariani.


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