Cultura

L’ultimo di Johnny Cash. Un disco che commuove

Recensione del cd "The Man Comes Around" di Johnny Cash.

di Enrico Barbieri

Questo vecchio che vede prossima la fine e tira fuori dal profondo dell?anima tutta la vita di cui è capace: meraviglioso Johnny Cash. The Man Comes Around è il quarto capitolo del romanzo american, iniziato ormai quasi dieci anni fa. è una lunga preghiera cantata, un disco religioso nel senso più bello e largo possibile della parola. Parla di sé Johnny Cash, di qualche incontro e, spesso, di morte. Ma senza melanconie né paura. Anzi, se lo sentiamo sofferente, lo troviamo anche più forte che mai. Non è solo: ha sempre con sé la sua sei corde, il suo Dio e molti amici che l?accompagnano, in questa spettacolosa traversata. Che non conosce noia. Il suo country-folk è ormai un contenitore immenso dove entra di tutto e tutto risuona nuovo: Hurt dei Nine Inch Nails sembra di sentirla per la prima volta; come Bridge Over Troubled Water di Paul Simon, con quell?intervento sul finale della voce mielosa di Fiona Apple, o Personal Jesus dei Depeche Mode, rivitalizzata in una splendida versione R&B anche grazie alla chitarra di John Frusciante. Tra le cose più belle citiamo anche In My Life dei Beatles, tutta acustica, e il duetto con Nick Cave in I?m So Lone some I Could Cry. Grandi pezzi e grandi musicisti. Su tutto, però, la voce di Cash, che invecchia ed è sempre più bella: scende giù verso profondità inaudite e risale con l?agilità d?un ventenne. Il disco si chiude con un jazz antico che sa di sud e nostalgia. E davvero quasi viene voglia di piangere.


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