Cultura

L’ultimo di Cooper spezza il ghiaccio dell’anima

Recensione del libro "I miei pensieri perduti" di Dennis Cooper.

di Domenico Stolfi

Kafka ha scritto che un libro dev?essere come un?ascia che spezza il ghiaccio della nostra anima. Come dargli torto. Ma quanti sono i libri capaci di tanto? Davvero pochi. Molti di più, quelli che quel ghiaccio lo rendono ancor più spesso. Uno scrittore che l?ascia ce l?ha è Dennis Cooper. Lo dimostra soprattutto nel suo ultimo romanzo I miei pensieri perduti (Marco Tropea editore, 11 euro), libro durissimo oltre cui, però, prorompe una profonda commozione per la condizione umana. Larry, Rand, Jim, Jude, Gilman sono adolescenti che la vita ha già provveduto a massacrare con esperienze dolorosissime: padri malati di cancro, madri alcolizzate o puttane, amici uccisi da una violenza insensata o strafatti dalla mattina alla sera. E su tutto, un vuoto totale, disperato e soffocante. Eppure in quest?inferno continua ad agitarsi la fiammella d?una tenerezza struggente che emana da ognuno di questi adolescenti maledetti e dolcissimi, scorie fastidiose d?un mondo pornografico, che rifiutano la peggiore delle pornografie: la negazione della morte. Larry, proprio confrontandosi con questo colossale e osceno rimosso della nostra epoca, tenterà di cogliere l?essenza della vita. I ragazzi di Cooper possono irritare, ma si dovrà pure ammettere il motivo inconfessabile di quest?irritazione: questi ragazzi ci sbattono in faccia quella maledetta faccenda che è il pensiero della morte, una spina nella carne che abbiamo deciso di non sentire più.


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